Yad VaShem cambia il testo su Papa Pio XII


Il controverso testo su Papa Pio XII nel museo Yad vaShem a Gerusalemme è stato cambiato e sarà scoperto oggi, domenica 1 luglio 2012.

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Il testo che viene sostituito ha provocato la protesta della Chiesa cattolica e di diversi cattolici che hanno visitato lo Yad vaShem. Il Nunzio apostolico in Israele uscente, Arcivescovo Antonio Franco, ha anche protestato fortemente e le sue azioni hanno portato ad una commissione unita di studiosi dello Yad vaShem e della Chiesa cattolica, che ha studiato la questione delle parole e delle azioni di Papa Pio XII durante gli anni oscuri della shoah. Il Vicariato San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica ha pubblicato una dichiarazione sul tema nel dicembre 2009 (vedi qui).

Il nuovo testo non nasconde la dura critica che lo Yad vaShem muove contro il Papa e la Santa Sede ma aggiunge una certa complessità al testo. Vedi l'articolo di haAretz su questo tema qui

Il vecchio testo intitolato "Papa Pio XII e l'olocausto" diceva: "La reazione di Pio XII all'uccisione degli ebrei durante l'olocausto è una materia controversa. Nel 1933, quando era Segretario di Stato, fu attivo nell'ottenere un concordato con il regime germanico per preservare i diritti della Chiesa in Germania, anche se questo comportava il riconoscimento del regime razzista nazista. Quando fu eletto Papa nel 1939, accantonò una lettera contro il razzismo e l'anti-semitismo che aveva preparato il suo predecessore. Perfino quando i resoconti dell'uccisione di ebrei raggiunsero il Vaticano, il Papa non protestò né verbalmente né per iscritto".

Nel dicembre 1942 si astenne da firmare la dichiarazione degli Alleati che condannava lo sterminio degli ebrei. Quando gli ebrei furono deportati da Roma ad Auschwitz, il Papa non intervenne. Il Papa mantenne la sua posizione neutrale durante la guerra, con l'eccezzione di appelli ai governanti di Ungheria e Slovacchia verso la sua fine. Il suo silenzio e l'assenza di linee guida obbligò gli uomini di Chiesa in Europa a decidere autonomamente in che modo reagire.".

Il nuovo testo dice:

Il nuovo cartello è intitolato: "Il Vaticano e l'olocausto". Questo nota che fu il predecessore di Pio XII, Pio XI, a firmare il concordato con la Germania nazista. Riprende il fatto che Pio XII non firmò la dichiarazione degli Alleati ma menziona che alcuni giorni dopo, durante una trasmissione radio per il Natale, il Papa menzionò "le centinaia di migliaia di persone che senza alcuna colpa da parte loro, a volte solo per la loro nazionalità o origine etnica, sono state consegnate alla morte o ad un lento declino". Il cartello nota che Pio XII non menziona gli ebrei specificatamente.

Il nuovo cartello menziona anche il non intervento del Papa durante la deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz in contrasto al suo appello per gli ebrei di Ungheria e Slovacchia, ed usa il termine "errore morale" che il testo precedente non usava.

"I critici del Papa sostengono che la sua decisione di astenersi dal condannare l'uccisione degli ebrei da parte della Germania nazista costituisce un'errore morale: la mancanza di una guida chiara lasciò spazio a molti di collaborare con la Germania nazista, rassicurati dal pensiero che questo non contraddiceva l'insegnamento morale della Chiesa", scrive.

"Lasciò anche l'iniziativa di salvare ebrei a singoli chierici e laici. I suo difensori sostengono che questa sua neutralità prevenne dall'inasprimento delle misure contro il Vaticano e le istituzioni della Chiesa in Europa, rendendo così possibile un considerevole numero di attività di salvataggio segrete che ebbero luogo a diversi livelli della Chiesa.

Inoltre sottolinea i casi in cui il Pontefice offrì incoraggiamento alle attività in cui venivano salvati degli ebrei. Fino a che tutto il materiale rilevante sarà disponibile agli studiosi, questo punto resterà aperto per ricerche più approfondite", conclude il testo.

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