Il WCC condanna l'attacco contro il raduno cristiano a Gerusalemme 


Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), il rev. Jerry Pillay, esprime preoccupazione per una violenta protesta di estremisti ebrei contro un evento cristiano evangelico a Gerusalemme, sostenendo che Gerusalemme è una città santa condivisa da tre religioni. 

Da Vatican news: 

Il Consiglio ecumenico delle chiese si è unito alla condanna di una violenta protesta di attivisti ebrei di estrema destra contro un evento cristiano evangelico a Gerusalemme il 28 maggio, l'ultimo di una serie di atti di intolleranza e vessazioni contro i cristiani in Terra Santa. 

 L'incidente  

L'incidente è avvenuto presso il Parco Archeologico di Gerusalemme - Centro Davidson, adiacente al Muro Occidentale e al luogo sacro ebraico del Monte del Tempio, dove centinaia di cristiani, compresi  alcuni sostenitori evangelici di Israele, si erano riuniti per un raduno di preghiera. 

 Il gruppo dei fedeli si e; trovato di fronte a  dozzine di manifestanti israeliani di estrema destra che li ha insultati e sputati addosso, distruggendo finestre e gridando loro di andarsene. Tra loro il rabbino Zvi Thau, il leader spirituale del Noam Party di estrema destra, il presidente dell'organizzazione Ateret Cohanim, Matiyahu Dan, e il vicesindaco di Gerusalemme, Arieh King, che avrebbe detto alla folla: "...che preghino nelle loro chiese, non nel luogo più sacro per i Giudei, all'ingresso sud del Tempio”. Secondo quanto riferito, dieci dei manifestanti sono stati arrestati dalla polizia.  

 Anti-Defamation League: uno spregevole discorso di odio da parte di estremisti ebrei 

 La violenta protesta ha suscitato un grido di condanna, compreso quello dell'Anti-Defamation League di Israele, che ha descritto le azioni dei manifestanti come "Spregevole discorso di odio da parte di estremisti ebrei contro i fedeli cristiani a Gerusalemme". Anche il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, il reverendo Jerry Pillay, ha condannato l'incidente di martedì, sostenendo - ancora una volta - che “Gerusalemme è una città santa condivisa da tre religioni: ebraismo, cristianesimo e islam”. 

 WCC: Le violazioni allo status quo generano  violenza 

“Le violazioni allo Status Quo generano  divisione, disagio e violenza”, ha affermato, sollecitando il sostegno della comunità internazionale e di tutte le persone di buona volontà “per mantenere Gerusalemme come una città che rispetta i diritti di tutte le persone in Terra Santa ”. Pur non facendo esplicito riferimento alla protesta, il ministero degli Esteri israeliano ha affermato in un comunicato di condannare “qualsiasi violazione della libertà di religione e di culto a Gerusalemme e qualsiasi violenza contro i funzionari religiosi nella città”.  

La Comunità cristiana sempre più sotto attacco  

Le Chiese in Terra Santa hanno ripetutamente espresso preoccupazione per i continui attacchi e vessazioni da parte di elementi estremisti nella società israeliana e per le gravi minacce alla presenza cristiana nella regione.  

Gli attacchi contro chiese e proprietà cristiane, oltre agli abusi fisici e verbali contro il clero cristiano, sono  sempre piu’ frequenti, con un governo che più di destra nella storia di Israele  incoraggia gli estremisti.  

Il 15 maggio scorso, in un  comunicato commemorativo della Al-Nakba palestinese,  i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno nuovamente invitato la comunità internazionale a svolgere un ruolo piu’ decisivo  nel sostenere la protezione di tutte le comunità e nel preservare i luoghi santi come stabilito dalla le regole dello “Status Quo”. 

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