L’ultimo ospite


Cecile della comunità di Gerusalemme ci ha mandato un racconto su di un misterioso ospite che giunse a vedere Marie ed il bambino. La storia è tratta da “Le storie della Vergine” scritta da Jerome e Jean Tharaud e pubblicata in Francia nel 1940.

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Avvenne a Betlemme, all’inizio del giorno. La stella era appena scomparsa, l’ultimo pellegrino aveva lasciato il fienile, la Vergine aveva sistemato la paglia e il bimbo alla fin fine si era addormentato. Ma, si può dormire nella notte di Natale?

La porta fu aperta delicatamente, spinta, si potrebbe dire, da un soffio più che da una mano. Una donna apparve sulla soglia, vestita di stracci, così anziana e così rugosa, che sul suo volto color terra, la sua bocca sembrava solo un’altra ruga.

Vedendola, Maria si riempì di paura, come se fosse improvvisamente entrata una strega cattiva.

Fortunatamente, Gesù dormiva! L’asino ed il bue masticavano con calma la loro paglia e guardarono la straniera avvicinarsi senza alcun segno di preoccupazione, come se la conoscessero da tempi immemorabili. La Vergine non tolse gli occhi da lei. Ogni passo sembrava durare secoli.

La vecchia continuò a procedere ed ora aveva raggiunto la sponda della mangiatoia. Grazie a Dio, Gesù continuava a dormire. Ma si può dormire la notte di Natale?

Improvvisamente aprì le palpebre e le sua madre si stupì nel vedere che gli occhi di questa donna e quelli del suo bambino erano esattamente gli stessi e brillavano della stessa speranza.

La vecchia si chino sulla paglia, mentre la sua mano cercava qualcosa tra le pieghe dei suoi stracci e sembrò che impiegasse secoli a trovare ciò che cercava. Maria la guardò con ansia crescente. Gli animali la guardarono anch’essi ma non con timore, come se sapessero già da lungo tempo ciò che stava per accadere.

Infine, dopo molto tempo, la donna riuscì ad estrarre dalle sue vesti un oggetto nascosto nella sua mano, che diede al bambino.

Dopo tutti itesori portati dai magi ed i doni dei pastori, cosa poteva essere questo dono? Maria non poteva vederlo. Poteva vedere soltanto la schiena curva per l’età che si piegava sempre più, chinandosi sulla mangiatoia. Tuttavia, l’asino ed il bue potevano vedere e non erano sorpresi.

Durò a lungo. Poi la vecchia si sollevò, come liberata da un pesante fardello che la spingeva a terra. Le sue spalle non erano più piegate, la sua testa quasi toccava il tetto della stalla, la sua faccia era miracolosamente tornata giovane. Quando si spostò dalla mangiatoia e si diresse verso la porta attraverso cui scomparve, Maria poté vedere cosa fosse il dono misterioso.

Eva (poiché di Eva si trattava) aveva posto un piccolo frutto nelle mani del bambino. il frutto del primo peccato (e dei tanti altri che vennero dopo di esso). Il piccolo frutto splendeva nelle mani del neonato come un globo di un nuovo mondo, che era appena nato con lui.

Jérôme et Jean THARAUD, Les contes de la Vierge (Plon, 1940)

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