Giudaismo – L’unica religione non citata nella Nostra Aetate


Riflessione di Padre Michel Remaud in occasione del 50° anniversario della pubblicazione di Nostra Aetate.

nostra aetate

Il 28 Ottobre 1965 e’ stata promulgata la dichiarazione Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane. In origine, questa dichiarazione era stata pensata unicamente per trattare le relazioni della Chiesa con gli ebrei. Le discussioni del Concilio hanno portato allo sviluppo del testo originale al fine di includere tutte le altre religioni, in particolare l’Induismo, il Buddismo e l’Islam.

Il Concilio, parlando di queste religioni, ha discusso il pensiero e la fede professata da coloro che vi appartengono, descrivendo, in particolare, le concezioni di vita e del mondo e cio’ che va al di la’ di questo mondo per gli Induisti e i Buddisti. La concezione dell’Islam e’ stata sviluppata piu’ ampiamente descrivendo i musulmani come coloro che “adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, Creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti”.

Ma non c’e’ niente di simile nel paragrafo 4 intitolato “La religione ebraica”. La parola “popolo” si trova tre volte, cosi’ pure l’espressione “la stirpe di Abramo”, e dieci volte la definizione “ebreo”, usata per definire i membri di questo popolo, ma la parola “Giudaismo” non appare nella dichiarazione, mentre nei paragrafi precedenti sono nominati l’Induismo, il Buddismo e la fede islamica. Niente si dice di cio’ che gli ebrei credono, della loro concezione di vita e del loro rapporto con Dio, delle loro tradizioni religiose e delle loro usanze. Quando si tratta della questione dei rapporti tra la Chiesa e gli ebrei, il Concilio si colloca in una prospettiva del tutto diversa da quella espressa nei paragrafi precedenti e con un punto diverso di partenza: “Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento e’ spiritualmente legato con la stirpe di Abramo”. Le prime parole della dichiarazione sulle religioni non cristiane annunciano l’intenzione del Concilio di dare attenzione alla sua relazione con il mondo esterno. Il testo sugli ebrei rompe con questa prospettiva al fine di affermare che il rapporto con il popolo ebraico induce la Chiesa a ricordare le sue origini e a meditare sulla propria identita’. In una parola, il Concilio non parla di “religione ebraica”, come invece parla delle altre religioni, ma piuttosto del legame che unisce la Chiesa con il popolo ebraico.

Il Concilio incoraggia i cristiani a conoscere meglio il mondo ebraico attraverso “studi biblici e teologici nonche’ dialoghi fraterni”. La ragione ultima di questa raccomandazione e’ il link ereditato che unisce la Chiesa al popolo da cui e’ nata. Non ci sarebbe la Chiesa se Dio non avesse stipulato un patto iniziale con la “stirpe di Abramo”. La Chiesa, oggi e sempre, “si nutre della radice dell’ulivo buono su cui sono stati innestati i rami dell’ulivo selvatico che sono i gentili”. Celebrando il cinquantesimo anniversario della Nostra Aetate vuol dire prima di tutto ricordare, secondo quanto detto da Giovanni Paolo II, che la Chiesa e il popolo ebraico “sono in relazione tra loro grazie alla stessa identita’”, che queste relazioni sono “stabilite sul piano del Dio dell’Alleanza”, e che con gli ebrei abbiamo “relazioni particolari”.

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