Ziv: Parashat Pekuday 2


Ogni settimana, Gad Barnea o Sr. Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro dell’Esodo 38,20 – 40,23 con l’haftarah (lettura aggiunta) da 1Re 7,51 – 8,21. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

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E il fuoco dimorava in essa durante la notte

Questa settimana terminiamo la lettura del libro dell'Esodo con una splendida visione: Bezaleel deve finire la costruzione della dimora, una splendida veste è preparata per il Sommo Sacerdote, e la Presenza verra’ ad abitare con i figli d'Israele, come fuoco durante la notte, e nuvola durante il giorno. Tutto il popolo partecipava alla costruzione, lavorando o dando dei loro beni. Ognuno portava ciò che era necessario: oro, rame, pelli di capra ... ciascuno secondo la sua capacità, in modo personale. C'è un solo elemento che sarà lo stesso per tutti che verrà utilizzato per le basi del santuario (38,27), le basi della dimora, fatte d’argento. E' scritto, infatti, che per questa parte del Mishkan (Tabernacolo), ogni persona dovrà dare mezzo siclo, né più né meno. "Il ricco non darà di più e il povero non darà di meno" (30,15).

Le basi simboleggiano l'appartenenza, l’alleanza che è sigillata con ogni persona, e su questo punto, tutti sono uguali. Ognuno deve portare mezzo siclo ... il testo avrebbe potuto usare un'altra misura piuttosto che la meta’ di qualcosa. Ma questa divisione ci insegna che l'altra parte è data da Dio, che si impegna a collaborare con colui che vi partecipa. Ognuno trova il suo fondamento nella sua appartenenza all’alleanza, anche se il resto del santuario evoca una grande molteplicità di talenti, di sensibilità, di doni ... Ciò appare anche con la tessitura e la decorazione della sontuosa veste del Sommo Sacerdote.

Il libro dei Nomi (Shemot è il nome ebraico di Exodus) si conclude con la benedizione impartita da Mosè: "Mosè vide tutta l’opera e riscontro’ che l’avevano eseguita come il Signore aveva ordinato. Allora Mosè li benedisse" (39,43), come un eco del racconto della creazione del cielo e della terra: "Allora Dio nel settimo giorno porto’ a termine il lavoro che aveva fatto e cesso’ nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacro’” (Genesi 2,2-3). Il santuario del deserto è un'altra creazione, un microcosmo, essendo tutta la creazione un santuario, il luogo della Presenza. Il libro ha cominciato nella notte dell'Egitto, quando il faraone dimentico’ la bontà di Giuseppe e ordino’ il massacro dei primogeniti degli Ebrei. Si conclude con la benedizione di Mosè e la visione della gloria che rimane con il popolo giorno e notte. Shabbat shalom.

 

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