Ziv Parashat Bereshit


Ogni settimana, Gad Barnea o Suor Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) ci propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro della Genesi 1,1 – 6,8 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Profeta Isaia 42,5 – 43,10. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

ziv bereshit

La tua legge e’ la mia gioia

Questa settimana iniziamo il ciclo di letture che si e’ concluso il giorno della festa di Simchat Torah la settimana scorsa. Il Midrash ci mostra quanto questo testo degli inizi sia fondamentale – non solo per il Libro della Genesi, ma anche per tutta la Torah. In effetti, il testo ci insegna che il mondo e’ stato creato dopo la Torah, o meglio, in seguito alla Torah. E’ in questo senso che in un versetto del Libro dei Proverbi, uno degli ultimi libri della Bibbia ebraica, si legge: “Io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno” (Proverbi 8,30), un versetto che viene citato proprio all’inizio della raccolta di Midrashim (omelie) sulla Genesi (Genesi Rabbah 1). Per la tradizione ebraica, la sapienza, di cui si parla in questo testo e’ chiaramente la Torah che e’ pertanto servita da modello per la creazione. Il Midrash spiega che il termine tradotto in inglese come “artigiano”, puo’ essere tradotto in diversi modi. Seguendo la procedura classica del Midrash, ogni traduzione proposta e’ supportata da un versetto della Scrittura dove la radice di questa parola appare con un certo significato. La parola ebraica “amon” puo’ essere tradotta “Ouman” (artigiano), che giustifica la traduzione inglese. Ma lo si puo’ tradurre anche come “infermiere”, “pedagogo”, “fede” (nel significato di “Amen”), “coperto”, o “nascosto”.

Ognuno di questi termini ci da’ un modo di comprendere il testo della Genesi: prima della creazione del mondo, la Torah era coperta e nascosta. Il mondo, creato da questa Parola divina, e’ anche il santuario di questa Parola, il luogo dove viene rivelata. La Parola da’ un “manuale di istruzioni”, una direzione e un significato. E questi sono i comandamenti divini per mezzo dei quali Israele santifica il tempo e la vita quotidiana.

Fede e’ l’accettazione dei comandamenti e la loro messa in pratica. In questo modo seguiamo i lavori del primo giorno, portando a termine la creazione del mondo dall’osservanza della Torah. La Torah quindi e’ chiamata con entrambi i termini di “infermiere” e “pedagogo” (il Midrash usa il termine greco). I due termini vanni insieme: il pedagogo, con l’insegnamento, aiuta il bambino a crescere nella comprensione facendo si’ che la conoscenza della Torah si diffonda nel mondo. La Torah e’ un insegnamento di vita e di nutrimento. I due termini “nascosto” e “coperto” non sono sinonimi: il primo indica una parte del mistero del testo che richiede un attento studio e un esame minuzioso per estrarre i suoi segreti. Il secondo termine evoca il rivestimento con un panno prezioso che indica il valore di cio’ che e’ coperto.

Il commentatore Rashi si e’ chiesto il motivo per cui la Torah inizi con il racconto della creazione e non con Esodo 12, la storia dell’uscita dall’Egitto, che contiene il primo comandamento dato a Israele. La ragione e’ che la vocazione di Israele riguarda tutte le nazioni perche’ da’ il senso ultimo della creazione. Shabbat Shalom.

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