Professor Mario Hübner Lehrer: testimonianza di una vita


Il nostro amico, dott. Pablo Hübner dall’Uruguay ci ha mandato questa testimonianza su suo padre, il professor Mario Hübner Lehrer.

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Mario Hübner Lehrer nacque il 22 ottobre 1925 a Nizankowice, nel distretto di Przemysl, nella provincial di Lemberg (conosciuta anche come Lwow o Lviv). Questa era parte dell’impero austro-ungarico fino al 1918 ed era una città multirazziale, multiculturale e multi religiosa, ed ora si trova in Ucraina a 3 chilometri dal confine con la Polonia. Era un austriaco nel cuore senza svalutazione della sua nazionalità polacca, la cui lingua ricordava, in aggiunta alle altre lingue slave che parlava. Per la sua visione universale non tentò mai di nascondere le sue origini o la lingua parlata a casa (sia tedesco che yiddish, in cui si perfezionò fino al giorno della sua morte). Amava la lingua tedesca, che sempre pronunciava con accento austriaco.

Questo saggio studioso vide la luce in una famiglia pia, di religione ebraica che erano Cohanim (sacerdoti). Era il nipote più anziano e preferito del nonno paterno, Abram Jakob Lehrer, che era con diversi interessi commerciante, cittadino attivo e membro del consiglio municipale di Nizankowice. Questo nonno aveva educazione superiore, era generoso e affabile con una profonda spiritualità e vita di preghiera; era legato alla yeshiva di Jajma Lublino, ed è sepolto nel cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme. Suo nonno lo aveva affascinato molto e mantennero un grande amore reciproco fino alla fine dei loro giorni, che per coincidenza avvenne per entrambi il giorno dello Yom Kippur.

Emmigrò con i suoi genitori a Montevideo, capitale dell’Uruguay, in Sud America, un mondo diverso dalla sua patria, che mai dimenticò e in cui mai poté tornare. Uomo attivo e pieno di gratitudine, divenne parte della sua patria d’adozione e rese lo spagnolo la sua lingua principale. Durante la sua infanzia, adolescenza e giovinezza, il suo genio incontenibile lo rese un lettore vorace dei più disparati temi religiosi, politici, morali e filosofici. Cercò la Verità in tutti i campi, inclusa la medicina, e divenne uno dei pionieri dell’immunoematologia in Uruguay. Investigò e fece scoperte scientifiche attraverso l’autodidassi e ricevette riconoscimenti nazionali ed internazionali.

In questa sua ricerca della Verità, attraversò un periodo d’ateismo, nonostante avesse ricevuto una eccellente e solida educazione religiosa, sia a casa che nelle attività pietistiche. Si riappacificò in seguito con le sue radici ebraiche, dopo aver letto la biografia di San Paolo, uno strumento decisivo nella sua conversione. Come per san Paolo la sua conversione nel 1950 non fu frutto né di una razionalizzazione né di un interesse personale, ma di un’infusione di fede, un dono di grazia da Dio, non per merito ma supernaturale. Dopo essere divenuto cattolico, nel 1954, fu il primo esponente in Uruguay della persona e della spiritualità della filosofa ebrea e convertita al cattolicesimo Edith Stein, che venne poi canonizzata. Un uomo cristocentrico, molto devoto alla Vergine Maria, fermo ed immutabile nella fede, nella morale e nelle convinzioni personali e politiche, senza mai contraddire la sua fede, si mantenne sempre fedele all’insegnamento della Chiesa.

Avendo formato una solida e felice famiglia basata sulla sua fede nella divina Provvidenza, morì a Montevideo, nella sua casa dopo una lunga sofferenza fisica, l’8 ottobre 2008, circondato dai suoi cari, completamente sereno e cosciente, con un’immagine di Nostra Signore della divina Provvidenza della sua nativa Nizankowice, nell’anno paolino, ed avendo vicino a sé la speciale benedizione che il suo compatriota, Giovanni Paolo II, gli aveva mandato. Era, senza che lui lo sapesse, la sera del Kol Nidre…

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