La comunità di Gerusalemme in gita


Un membro della comunità di Gerusalemme ci racconta del viaggio di un giorno che la comunità ha fatto nell’area della Giudea e del Negev.

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Venerdì 16 luglio i membri della comunità di Gerusalemme sono usciti per una gita parrocchiale. Abbiamo caricato tutto il materiale necessario (soprattutto litri d’acqua fredda) in tre macchine e ci siamo diretti verso sud.

Prima tappa della gita è stata Susya. Nonostante questa città ebraica non sia menzionata in alcun testo antico, i suoi resti sono impressionanti. Abbiamo iniziato con una presentazione preparata da Nadine, che ci ha permesso di comprendere dove fossimo con l’aiuto di una mappa, su cui abbiamo seguito il percorso di Davide in fuga dal re Saul. I monti del sud di Hebron sono parte della Giudea biblica, così siamo stati in grado di identificare numerosi luoghi famosi nei dintorni di Susya. Abbiamo completato la nostra conoscenza guardando un film in un cinema particolare: all’interno di un’antica caverna abitata. Nonostante le rovine di Susya non fossero accessibili ai nostri viaggiatori anziani e disabili, abbiamo potuto vedere i luoghi più belli ed impressionanti del sito. Abbiamo camminato tra i resti di case, visto numerosi bagni rituali (miqweh) e siamo entrati nelle caverne abitate. In un tunnel ci ha fermati un grande scorpione nero, che abbiamo considerato come un buon auspicio per la nostra gita.

Culmine della visita a Susya sono certamente le rovine della sinagoga. Essa era in uso tra il IV ed il IX secolo. La nostra brava guida –Nadine- ci ha spiegato le caratteristiche dell’edificio: l’assenza di colonne a sostegno del tetto, l’armadio della Torah disposto a nord, l’ingresso sul lato orientale (a differenza delle sinagoghe galileiane), ecc. Siamo rimasti molto impressionati dai mosaici dell’intera sinagoga, rappresentanti simboli tradizionali dell’ebraismo (menorah, lulav ed etrog) intrecciati con altri elementi decorativi: cervi, rami e colonne. Abbiamo svolto il compito di paleografi tentando di leggere le scritte nel cortile e discutendo sulla loro interpretazione.

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Ultimo momento della nostra visita a Susya è stato un pic-nic (un ringraziamento speciale a Sharbel, che ha portato la birra fresca). Dopo aver superato il check-point ci siamo diretti sulla strada verso Arad ed abbiamo gustato la vista del deserto fermandoci al punto panoramico di Mitsad Zohar ed abbiamo poi proseguito verso il Mar Morto. Dopo una breve spiegazione sui rotoli del Mar Morto e della comunità di Qumran siamo arrivati a El-Azariah (l’antica Betania), alla casa di Marta, Maria e Lazzaro, amici di Gesù. Ci siamo sentiti come loro, invitati al pasto con Gesù, celebrando l’Eucarestia nella locale chiesa dei francescani.

Nella sua omelia, P. Piotr, ci ha ricordato la festa della Madonna del Carmelo, mettendo in relazione il “Profeta di fuoco”, Elia, con il “Fuoco dell’amore”, cantata dai padri e dalle suore carmelitani. Siamo stati incoraggiati a seguire la “piccola via” di Santa Teresa di Lisieux, facendo piccoli gesti buoni e gioendo nella nostra vita. “Scoraggiamento, stanchezza spirituale, lamentazioni e perdita di entusiasmo avvengono nella vita delle nostre comunità”, ha detto P. Piotr, “ma non lasciamo che ci opprimano, ma gustiamo la vita, sorridiamo di più, amiamo tutti e vediamo il bello della vita, apprezziamo le piccole cose che Dio ci dona”.

Dopo l’Eucarestia abbiamo potuto visitare la cappella crociata e vedere i resti della chiesa più antica, costruita da Sant’Elena.

Sani e felici siamo tornati a Gerusalemme. Un caldo ringraziamento a P.Apolinary ed a Nadine per la preparazione della gita ed a tutti coloro che vi hanno partecipato. Ci rivediamo alla prossima!

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