Ecco l’Uomo: Gesu’ nell’arte israeliana


Il 20 Dicembre 2016, e’ stata inaugurata una nuova esibizione al Museo israeliano intitolata: “Ecco l’Uomo: Gesu’ nell’arte israeliana”.

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Gli artisti israeliani ed ebrei presenti nella mostra sono: Maurizio Gottlieb, Marc Chagall, A. M. Lillien, Reuben Rubin, Yigal Tomarkin, Moshe Gershuni, Motti Mizrahi, Menashe Kadishman, Michal Neeman, Adi Nes, Sigalit Landau e altri. Il curatore della mostra è Amitai Mendelson, che ha scritto la sua tesi di dottorato sullo stesso argomento.

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La figura di Gesù nell'arte ebraica e israeliana - dal 19° secolo fino ad oggi - suscita domande complesse circa l'identità collettiva e personale. La mostra, basata su uno studio lungo e profondo, rappresenta la descrizione significativa, sorprendente e talvolta provocatoria di Gesù: artisti ebrei che hanno lavorato all'ombra della croce e che hanno visto in Gesù la sofferenza degli Ebrei perseguitati, artisti israeliani che hanno visto nella risurrezione dai morti un simbolo della risurrezione sionista in Terra d'Israele, altri che hanno visto in Gesù il simbolo dell’artista solitario che lotta contro l'istituzione, o coloro che hanno cercato di rappresentare le vittime, i soldati sacrificati sull'altare della nazione o le vittime palestinesi.

La mostra rivela la presenza sorprendente della figura di Gesù nell'arte ebraica e israeliana nel corso degli ultimi 150 anni. In contrapposizione della percezione di coloro che vedono Gesù come il personaggio principale e responsabile della persecuzione degli ebrei ad opera del cristianesimo, la mostra getta una nuova e sorprendente luce sulla persona di Gesù come fonte di espressione e di creatività del lavoro di artisti famosi, da Marc Chagall fino Adi Nes. A partire dal 19° secolo, gli artisti ebrei hanno anche adottato la figura di Gesù per rappresentare un'accusa contro una Chiesa anti semita e come simbolo della sofferenza degli ebrei in generale e della Shoah in particolare. Gli artisti sionisti all'inizio del 20° secolo, come Ruben Rubin, hanno collegato la risurrezione dai morti con la risurrezione del popolo ebraico nella loro terra. Gli artisti israeliani, dopo la costituzione dello Stato di Israele, hanno visto in Gesù il simbolo di colui che ha combattuto contro l'istituzione e che fu crocifisso a causa delle sue idee. Altri hanno visto in Gesù il modello dell'artista sofferente e nel contesto socio-politico, la sua figura è evocata in opere che riguardano il conflitto israelo-palestinese.

La figura di Gesù appare nelle opere della mostra in modo esplicito e implicito. Il quadro di Maurizio Gottlieb, "Gesù che predica a Cafarnao", della fine del 19° secolo, viene dal Museo Nazionale di Varsavia. In esso Gesù è raffigurato avvolto in uno scialle mentre predica nella sinagoga. Il dipinto di Chagall "La Crocifissione gialla", appartiene al Museo del Centro Pompidou di Parigi. Il quadro è del 1942, anno culmine della seconda guerra mondiale, e in esso Gesù è dipinto con l'aureola di un santo cristiano e con i filatteri. Più di mezzo secolo dopo, Adi Nes ha fotografato un gruppo di soldati che ricorda l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, una fotografia che è diventata un punto di svolta nell'arte israeliana. In un video, Sigalit Landau chiude la mostra con l'immagine dell'artista in piedi su un cocomero nel Mar Morto, immagine che evoca la descrizione di Maria con Gesù in piedi sul globo della terra, con le mani tese ai lati che richiamano la Croce. Nel corso della ricerca si è scoperto che l'agnello nei dipinti di Menashe Kadishman crea un forte legame con la figura iconica di Gesù come è stata dipinta nel Medioevo, con l'antico simbolo di Gesù rappresentato come un agnello, il sacrificio supremo.

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