Relazione dell’Universita’ di Tel Aviv sulle “case-deposito di bambini”


Un anno dopo la morte di cinque bambini nelle "case-deposito di bambini" a sud di Tel Aviv, l’Universita’ di Tel Aviv ha pubblicato un rapporto completo sul fenomeno degli asili nido illegali situati a Tel Aviv sud.

babysitters

La relazione, intitolata "Descrizione delle condizioni di sviluppo nelle "case-deposito di bambini"- asili nido illegali in cui vengono portati i bambini dei lavoratori migranti e dei richiedenti asilo in Israele", è stata scritta dalla Dottoressa Yael Meir e dalla Professoressa Michelle Slone e pubblicata dall’Universita’ di Tel Aviv.

Read the report in Hebrew here

Gli asili nido illegali per i figli delle comunità straniere, "le case-deposito di bambini", sono apparsi in prima pagina a causa delle tragiche circostanze di morte nel 2015 di cinque bambini che frequentavano questi “asili”. L'Associazione per i Diritti Civili in Israele (ACRI) e altre organizzazioni hanno istituito un comitato ad hoc al fine di cercare una soluzione urgente per le cattive condizioni di questi asili. Il Governo ha preso la decisione di trasferire fondi al fine di creare strutture sicure e adatte per i bambini. Tuttavia, la situazione sul terreno non è ancora cambiata. E migliaia di neonati e bambini della comunità dei richiedenti asilo e dei migranti rimangono in condizioni di pericolo di vita.

La Dottoressa Yael Meir e la professoressa Michelle Sloan dell’Universita’ di Tel Aviv, insieme all’Associazione per i Diritti Civili, all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e all’UNICEF in Israele, hanno scritto una relazione completa, il primo del suo genere, che descrive le condizioni di questi asili. I risultati del sondaggio indicano che le “case-deposito di bambini” sono caratterizzate da condizioni fisiche molto mancanti quando si tratta di cura (un elevato numero di bambini in proporzione al numero delle insegnanti). Ci sono anche gravi problemi di sicurezza e la mancanza di condizioni educative e di sviluppo adeguate ai bambini piccoli. I risultati della ricerca sottolineano che la situazione è molto grave perche’ mette in pericolo migliaia di neonati e di bambini. I risultati riflettono la situazione di emergenza che richiede una soluzione strutturale immediata e completa. E’ necessario l'intervento urgente da parte dei ministeri del governo con la collaborazione di istanze civili e organizzative al fine di modificare le condizioni in questi asili nido e proteggere i neonati che li frequentano.

Il rapporto elogia le attività dell’Associazione UNITAF che sta lavorando per stabilire alternative a questi asili illegali. Va sottolineato il fatto che le unità familiari di UNITAF lavorano in stretta collaborazione con la Chiesa cattolica e il Centro Pastorale Nostra Signora Donna del Valore di Tel Aviv sud. I nuclei familiari sono sotto la supervisione di UNITAF e del personale della Chiesa cattolica e ricevono la maggior parte dei loro finanziamenti dalla Chiesa stessa. Come afferma il documento (pag. 16):

"Oggigiorno, UNITAF gestisce tre centri diurni per neonati e bambini fino all'età di tre anni, e tre asili per i bambini dai tre ai sei anni e un certo numero di nuclei familiari. Le insegnanti, che provengono da comunità di migranti, lavorano con standard molto elevati sotto la stretta supervisione educativa e accompagnamento di assistenti sociali e consulenti educativi. Le strutture degli asili sono conformi alle norme in vigore in Israele e i bambini ricevono programmi educativi e di nutrizione adatti alla loro età. Pertanto, i bambini che frequentano gli asili UNITAF hanno a disposizione un ambiente ottimale, ricevono cure adeguate, una giusta e sana alimentazione e un programma educativo che corrisponde alle loro esigenze. Il modello UNITAF fornisce una valida alternativa agli asili nido illegali e, allo stesso tempo, offre un modello ideale per la comunità. Comunque, al fine di offrire una soluzione strutturale adeguata, occorre stabilire altre strutture per ospitare i bambini ".

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