Icona del Concilio di Gerusalemme


L'icona del Concilio di Gerusalemme è stata presentata al Vicariato san Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele da fra' Andrea Bergamini della comunità delle Famiglie della Visitazione, che ha scritto l'icona. L'icona è stata benedetta durante la festa di San Giacomo celebrata da padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, il 5 maggio 2013.

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Ques'icona unica, intitolata il Concilio degli Apostoli a Gerusalemme, rappresenta un evento fondamentale nella vita della Chiesa, descritto al centro della narrazione degli Atti degli Apostoli, capitolo 15.

L'icona mostra le importanti figure al Concilio: san Giacomo al centro, alla sua destra san Pietro (che lui chiama Simone) ed alla sua sinistra san Paolo ed al suo fianco Barnaba. Alla destra di san Pietro sono i farisei credenti in Cristo e praticanti la Torah, che domandavano ai fedeli gentili di essere circoncisi per entrare nella comunità. Alla destra di san Giacomo ed alla sinistra di san Paolo, identificati da un rotolo nelle loro mani, i due inviati ad Antiochia che porteranno la lettera di spiegazione delle decisioni del Concilio, Giuda Barsabba e Sila. Tra san Giacomo e san Paolo è Giovanni Marco che accompagnerà Paolo e Barnaba nel loro secondo viaggio missionario.

Nelle mani di san Giacomo un rotolo su cui sono scritte le parole del profeta Amos che Giacomo cita (Amos 9,11-12): "Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché vi cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre" (At 15,16-17).

Sull'altare davanti san Giacomo, si vedono la menorah, simbolo del Tempio e del culto sacerdotale, un rotolo rappresentante la Torah, come anche un calice ed una patena con il pane ed il vino del culto eucaristico.

Sullo sfondo ci sono tre città che rappresentano la Chiesa primitive nel suo movimento dall'essere una comunità esclusivamente ebraica a Gerusalemme ed assere una comunità che riunisce ebrei e gentili ad Antiochia, "dove i discepoli per la prima volta furono chiamati Cristiani" (At 11,26). Giaffa appare anche perché è il luogo dove Pietro fu chiamato per la prima volta ad andare verso i gentili, giungendo alla casa del centurione Cornelio a Cesarea, un evento che Pietro racconta nuovamente al Concilio.

Preghiamo davanti a questa icona affinché possiamo essere una comunità che testimonia la pace di Cristo:

Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini,
grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l'inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
(Efesini 2,13-22)
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