E rimase nel deserto per quaranta giorni …

“Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano” (Marco 1,12-13). Il Vangelo secondo Marco, e gli altri libri sinottici del Vangelo non ci dicono molto sui quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, dove lo Spirito Santo lo sospinse. Ma questo fatto non rende l'evento meno significativo. Al contrario, il breve racconto ha arricchito la vita della Chiesa di uno dei periodi più importanti di penitenza e digiuno chiamato Quaresima. In questo tempo, vissuto nella preghiera e meditazione, seguiamo il Signore nel deserto. E sentiamo risuonare nelle nostre anime: “Lacerativi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perche’ egli e’ misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura” (Gioele 2,13).

La Quaresima è un tempo per il nostro rinnovamento spirituale e il rifiorire della natura perché in Terra Santa cade sempre in primavera. E seguendo Gesù nel deserto vi troviamo la bellezza della creazione di Dio che ci aiuta a comprendere ancora di più la grandezza del Creatore. E come dice il profeta: "Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca” (Isaia 35,1). Nella sua omelia del 4 marzo 2016, Padre Cantalamessa ha detto che "la parola di Dio non può essere articolata se non con il soffio di Dio, lo Spirito Santo". Apriamo allora il nostro cuore al pentimento, purifichiamo la nostra anima e colmiamola di Spirito Santo perché solo in questo modo saremo in grado di vedere "la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio" (Isaia 35:2b) e avvicinarci al mistero della risurrezione e della vita eterna.

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