40 giorni di conversione


Benedetto, seminarista del Vicariato San Giacomo, ci condivide alcuni suoi pensieri.

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L’intera fede Cristiana si reassume in due misteri centrali: l’Incarnazione – il Verbo di Dio che si fa carne nella persona di Gesù Cristo; e la crocifissione, morte, resurrezione, ascensione e invio dello Spirito Santo dello stesso Gesù.

L’anno liturgico cattolico si costruisce intorno a questi due grandi misteri, preparando così il credente al loro approfondimento. Esso è suddiviso in tempi: due grandi serie del cosiddetto “Tempo ordinario” o “Tempo della Chiesa”, e i tempi detti “forti”: Avvento, Natale, Quaresima e infine Pasqua – che non è l’ultimo, bensì il primo, tanto che è a partire daesso che si forma il calendario annuale.

Solitamente si usa rapportare l’Avvento al Tempo di Natale e la Quaresima a quello di Pasqua, considerandoli una sorta di preparazione ai tempi considerati più importanti. La si può pensare in questo modo, ma si può anche valorizzare questi tempi nella loro specifica dignità.

Ad onor del vero, ogni tempo liturgico ci invita ad entrare in modo speciale in un particolare elemento della nostra fede cristiana, elementi che non si estinguono con la fine del tempo liturgico, ma che confluiscono naturalmente negli altri. Tutti i misteri del cristianesimo sono infatti collegati gli uni con gli altri. Si può dire che ogni tempo liturgico suggerisce una particolare spiritualità, affinché vi penetriamo più profondamente, e non necessariamente in vista di una festa o di una solennità prossima a venire. La speranza e l’attesa tipiche dell’Avvento rappresentano elementi centrali della spiritualità cristiana, tanto quanto la conversione e la gioia della resurrezione.

Il Mercoledì delle ceneri introduce la Chiesa in un viaggio affascinante, che ha inizio con il rito antico e coinvolgente delle ceneri, sparse sul capo o sulla fronte dei fedeli a cominciare dal sacerdote. Con questo segno esteriore, accompagnato dalle parole “convertiti e credi al Vangelo” inizia un’avventura non immaginaria ma molto concreta, fatta di conversione: esame di coscienza, riconoscimento del proprio peccato e riparazione. Tre mezzi ci suggerisce la Chiesa in questo tempo, mezzi che derivano direttamente dagli insegnamenti di Gesù: la preghiera, il digiuno e l’elemosina.

In merito al digiuno è importante sottolineare che la visione cristiana si distingue leggermente da quella ebraica. Fatta eccezione per il divieto di mangiare carni il Mercoledì delle ceneri e nei seguenti Venerdì di Quaresima, il digiuno non necessariamente si riferisce al cibo e alle bevande.

Oggi si tende prevalentemente ad accentuare il principio del privarsi di qualcosa di piacevole al fine di devolvere quanto si è risparmiato (in termini di denaro o anche di tempo) in elemosina. E benché questo possa essere certamente anche del cibo, ciascuno ha la possibilità di interpretare ed esprimere tale principio in modo personale, secondo le proprie possibilità.

Il cammino di conversione dell’uomo non si limita di certo a quaranta giorni l’anno, tuttavia attraverso questo tempo il credente ha la possibilità di rientrare in se stesso e di ritornare a Dio, di rinnovarsi interiormente così da poter, a cuor leggero, partecipare alla nuova creazione, che si rinnova anch’essa nella festa di Pasqua.

“Crea in me, o Dio, un cuore puro. Rinnova in me uno spirito saldo” (Salmo 51)

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