Ziv: Parashat Yithro 2


Ogni settimana, Gad Barnea o Sr. Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro dell’Esodo 18,1-20,23 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Profeta Isaia 6,1-7,6. 9,5-6. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

ziv yitro

Questa Parasha racconta il dono della Torah sul monte Sinai, e delle Dieci Parole (o Dieci Comandamenti) che Dio ha pronunciato per il suo popolo. Al centro di queste dieci affermazioni, troviamo il comandamento di santificare il giorno di sabato, un giorno sacro e benedetto che si deve ricordare. Nella Parashat precedente, agli Ebrei era stato chiesto di non raccogliere la manna di sabato, e al sesto giorno essi raccolsero il doppio di quel pane (16:22). Questo comando era stato dato prima che Mose’ ricevesse la Torah. Questo dettaglio è stato commentato da un famoso rabbino contemporaneo, Schneerson, che ha spiegato che lo Shabbat è stato istituito al fine di mantenere la memoria del dono della manna. "Manna", in ebraico, significa qualcosa che è stato preparato ed è pronto per essere mangiato senza alcuna azione particolare come sbucciare o cucinare ... Gli Ebrei si chiesero l’un l'altro cosa fosse perché era un cibo già pronto. Quando videro la manna per terra esclamarono: "Mann Hou", che significa: è manna, cioè una sorta di cibo pronto per essere mangiato. Questo cibo proveniente dal cielo è rotondo ("gad" - di solito tradotto come "coriandolo" – cioe’ rotondo), un cerchio che non ha inizio né fine come l'eternità. È bianco (16:31), la somma di tutti i colori. Gli Ebrei potevano raccoglierne poco o tanto, ma dovevano sempre avere la stessa quantità di manna: un "omer", circa una manciata. E si dice che "sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa" (16,14). In ebraico, la parola "minuta" è "daq". Il Rabbino Schneerson fa un collegamento con un'altra ricorrenza di questo termine in Isaia 40:22: "Egli siede sopra la volta del mondo, da dove gli abitanti sembrano cavallette. Egli stende il cielo come un velo, lo spiega come una tenda dove abitare". In ebraico la parola per “stoffa/velo" (cioè cielo) è anche "daq". La manna è come il cielo che scende sulla terra.

Il dono della manna ha un legame con il sabato, e il riposo del sabato dà significato alla manna. Al popolo è stato chiesto di conservare questa manna "di generazione in generazione" (16:32), vale a dire per sempre, come un memoriale. Il sabato, che deve essere ricordato, è dato come un memoriale del dono della manna.

La manna, un cibo che viene dal cielo per sfamare il popolo nel deserto, è quindi un alimento che deve essere tenuto per sempre, e sarà in realtà conservato nell’Arca dell'Alleanza, con le tavole della legge e il bastone di Aronne. Shabbat shalom.

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