Essi credettero in Mose’


Padre Michel Remaud ci condivide una riflessione su un passaggio del Libro dell’Esodo.

moses exodus

“Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall’Egitto in forma di focacce azzime, perche’ non era lievitata: erano infatti stati scacciati dall’Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio” (Esodo 12,39). Il midrash sull’Esodo (Mekhilta de-Rabbi Ishmael) cosi’ commenta questo versetto: “Questo fa credito a Israele. Loro non hanno detto a Mose’: “Come possiamo metterci in viaggio per il deserto se non abbiamo provviste con noi?”, ma credettero in lui (בו האמינו) e cosi’ lo seguirono”. Cio’ che segue nel racconto dell’Esodo ci insegna che la manna ha incominciato a cadere dal cielo solo dopo un mese (Esodo 16,1). Quindi, si puo’ concludere che cio’ che portarono con se’ dall’Egitto e’ stato sufficiente a nutrirli nel deserto per trenta giorni.
Vale la pena notare l’espressione “E loro credettero in lui”. Fa parte del commento e non e’ nel testo dell’Esodo ma si puo’ trovare due volte nel testo biblico attuale: “E il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mose’” (Esodo 14,31). “Il Signore disse a Mose’: “Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perche’ il popolo senta quando io parlero’ con te e credano sempre anche a te” (Esodo 19,9). Per quanto riguarda la prima citazione, il midrash commenta: “Se hanno creduto in Mose’, hanno creduto ancor di piu’ nel Signore; ed e’ un insegnamento per noi il fatto che credere nel pastore di Israele significa credere in colui che “disse e il mondo fu creato”. L’espressione “e disse e il mondo fu creato”, colui la cui parola ha creato il mondo, e’ un’espressione usata dalla tradizione rabbinica per indicare Dio senza nominarlo.

Leggendo questi due commenti ci vengono subito alla mente questi legami:
Il primo riguarda il racconto della moltiplicazione dei pani in cui Giovanni sottolinea che “era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei” (Giovanni 6,4). Facendo la domanda “Dove possiamo comprare il pane perche’ costoro abbiano da mangiare?” (Giovanni 6,5), Gesu’ mette alla prova la fede di Filippo e il discorso che segue questo testo per tutto il capitolo 6 ha come scopo la possibilita’ di credere in Gesu’ (Giovanni 6,29). Anche il secondo legame riguarda direttamente la Pasqua e come il primo anche questo si trova nel Vangelo di Giovanni. Nel discorso dopo l’Ultima Cena e prima di affrontare la sua Passione, Gesu’ dice ai suoi apostoli: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Giovanni 14,1).

Il mistero della fede che proclamiamo durante la celebrazione eucaristica non richiama solo la presenza di Gesu’ nel pane e nel vino, riguarda anche la nostra fiducia in colui che ci puo’ nutrire con il pane della vita nella nostra attraversata del deserto.

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