Giornata mondiale dei migranti e rifugiati a Giaffa


Sabato 18 gennaio 2014 la Coordinazione per la pastorale die migranti del Patriarcato latino ha celebrato la Giornata mondiale dei migranti e rifugiati presso la Chiesa di Sant'Antonio a Giaffa.

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In un meraviglioso incontro di migranti dalle diverse comunità, la Giornata mondiale dei migranti e rifugiati è stata celebrata con una Messa solenne e con un programma culturale. La Messa è stata celebrata da padre Zaher Abboud, parroco di Giaffa, e l'omelia è stata tenuta da padre David Neuhaus, Vicario patriarcale e Coordinatore della pastorale ecclesiale presso i migranti in Israele (leggi la predica qui). Hanno partecipato alla celebrazioni le comunità filippina, di rito ge'ez, indiana, libanese, africana, cingalese e rumena come anche altre persone di una gran diversità di origini.

Proprio prima della Messa sono stati celebrati tre battesimi ed un matrimonio nel rito ge'ez. Subito dopo la Messa sono stati celebrati due battesimi in rito latino di un bambino filippino e di un bambino nigeriano. La parrocchia di Sant'Antonio a Giaffa è senza dubbio nel centro del mondo dei migranti in Israele.

La Messa è iniziata alle 11.00 e la processione dei sacerdoti includeva: padre Zaher, parroco di Giaffa, il celebrante principale, padre David, Vicario patriarcale latino, padre Carlos, Vicario per i migranti nella parrocchia di Giaffa, padre Apolinary, responsabile della comunità di lingua ebraica a Giaffa, padre Tojy, cappellano indiano, padre Medhin, cappellano di rito ge'ez, padre Cristian, cappellano rumeno, padre Ric, responsabile della cappella della Divina Misericordia, padre James, responsabile della comunità filippina di Gerusalemme San Lorenzo Ruiz, padre Arnie della comunità filippina di Haifa e padre Dharma della cappellania indiana. L'assemblea includeva religiose che lavorano ocn i migranti da diverse congregazioni religiose tra cui le suore filippine di San Paul di Chartres, le suore cingalesi Suore del perpetuo aiuto, le suore comboniane e altre. I molti fedeli hanno riempido la chiesa.

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Dopo un infiammante canto d'ingresso, cantato dal coro misto di Sant'Antonio, composto da filippini e africani, padre Zaher, un palestinese locale da Israele, ha salutato i fedeli a nome della parrocchia e dei frati francescani che la animano. La Messa è stata animata dalla varietà di gruppi presenti, ognuno con il proprio linguaggio e tradizione musicale. La diversità e la bellezza dei canti era meravigliosa: il Kyrie dalla trazione maronita è stato cantato dalla comunità maronita, il gloria è stato cantato dal coro miste, il Salmo è stato cantato in ebraico dal seminarista del Vicariato San Giacomo, Benedetto, l'Alleluja cantato secondo la tradizione maronita dalla comunità libanese, l'offertorio cantato in Kokani dalla comunità indiana, il Santo cantato dal coro misto, l'acclamazione memoriale è stata cantata secondo il rito ge'ez, il Padre Nostro è stato diretto dal coro DMC, il canto tradizionale maronita per la pace è stato cantato in arabo, l'Agnello di Dio è stato diretto dal coro misto e ci sono stati diversi canti alla Comunione: dal rito ge'ez da parte, dalla comunità africana, in Tagalog e in Konkani. Il canto finale condotto dal coro misto.

Le Letture sono state scelte appositamente per il loro incentrarsi sull'esperienza del migrante: Esodo 22, 21-23 (letta in Tagalog), Salmo 23 (cantata in ebraico), Ebrei 13,1-3 (letto in Konkani) e Matteo 2,13-15 (letto in arabo ed inglese). L'omelia si è concentrata sui motivi dell'incontro: celebrare, pregare e proclamare la nostra fede. Padre David ha incluso anche lunghe parti del messaggio di Papa Francesco per la Giornata dei Migranti 2014.

Le preghiere dei fedeli sono state elevate in otto lingue: per la Chiesa ed il Papa in Tagalog, per la Chiesa locale, il Patriarca e l'unità in Konkani, per la giustizia e la pace qui e nel mondo in arabo, per i rifugiati ed i richiedenti asilo in Tigrinye, per i lavoratori stranieri e per giuste condizioni di lavoro in Malayalam, per i poveri ed i malati in Sinhalese, per bambini migranti e la loro fede in ebraico, per le famiglie e coloro che sono rimasti a casa in inglese e per le condizioni sociali in rumeno.

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I doni sono stati portati da coppie di fedeli, ogni coppia rappresentate la sua comunità nel vestito e nei doni: filippini, indiani, di rito ge'ez, nigeriani, cingalesi e libanesi.

Subito dopo la Messa, quattro comunità hanno presentato le loro tradizioni culturale con canti e danze: la comunità di rito ge'ez, la comunità filippina dalla Divina Misericordia nel sud di Tel Aviv, la comunità indiana e la comunità dal Sri Lanka.

Nelle parole conclusive di padre David, ha sottilineato come lo Spirito Santo abbia condotto insieme la celebrazione. Questa è stata una vera esperienza della bellezza della Chiesa che si muove come un solo Corpo nella diversità dei suoi membri. Ringraziamo Dio per la Chiesa e riconfermiamo il nostro impegno alla solidarietà con coloro che sono ai margini, sono sfruttati e soffrono da casa.

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