“L'ospedale è la casa di tutti”, relazione del Professore Jihad Bishara, direttore dell'Unità Malattie Infettive dell'Ospedale di Bellinson
Queste le parole del professor Jihad Bishara in un articolo
pubblicato dal quotidiano Haaretz, nell'edizione Print,
il 24 maggio 2021:
Più di 30 anni fa, all'inizio del mio percorso professionale,
quando ero un giovane medico dell'ospedale Bellinson,
lavoravo "sotto la supervisione" di un medico senior che,
secondo le sue stesse parole, appartiene alla destra politica.
Le mie opinioni e discussioni, invece, si trovavano sul lato opposto
della mappa politica. Avevamo discussioni politiche quasi quotidiane,
ma sempre senza filippiche o stereotipi, e soprattutto mantenendo
il rispetto reciproco. Alla fine delle nostre accese discussioni,
uscivamo insieme a prenderci cura dei nostri pazienti, ebrei e arabi.
Siamo sempre stati attenti a dare a ogni paziente la migliore e più
professionale assistenza possibile. Così trattai l'anziana madre dello
stesso medico anziano, così come lui a sua volta si prese cura del
mio defunto padre. Le équipe del personale ospedaliero, arabi ed
ebrei, hanno imparato a capire che l'ospedale è la casa di tutti.
Siamo tutti sulla stessa barca. Ebrei e arabi, pazienti e assistenti.
Oltre agli obblighi umani e professionali di ciascuno di noi,
dobbiamo vivere in collaborazione e rispetto reciproco, perché non
ci sono alternative.
In altre parole, il percorso verso la vita condivisa e la convivenza
non è ignorare le differenze di opinione o nasconderle sotto il tappeto,
ma piuttosto che ciascuno di noi ascolti l'altro. Lasciare che l'altro
esprima le sue opinioni liberamente, nel rispetto reciproco,
per quanto possano suscitare in noi accordo o indignazione, a
condizione che evitino il razzismo, l'incitamento o la violenza.