Ziv: Parashat Trumah 2


Ogni settimana, Gad Barnea o Sr. Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro dell’Esodo 25,1-27,19 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal 1Re 5,26-6,13. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

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Cosi’ che io possa abitare in mezzo a loro.

Nella Parasha precedente abbiamo visto che il santuario costruito da Mosè assomiglia ad una piccola montagna. È un'immagine del Monte Sinai che seguirà i figli di Israele per tutta la traversata del deserto. Contiene le dieci parole che di solito sono tradotte con i "Dieci Comandamenti", anche se questa traduzione non è molto corretta. Questo santuario è costruito in modo che "Io (il Signore) abiterò in mezzo a loro". I lavori di costruzione sono in un certo modo collegati allo Shabbat: in questo giorno è vietato compiere trentanove tipi di lavoro che sono connessi alla costruzione del santuario e qualsiasi tipo di lavoro che puo’ essere associato a loro. Per esempio: è vietato accendere il fuoco, cucinare, cucire, cosi’ pure tagliare la carta ... Il comandamento, il "Mishkan" (santuario), e lo Shabbat sono quindi collegati, rappresentano tre modi per continuare l'esperienza del monte Sinai, tre modalità di esistenza dei figli d'Israele: la pratica quotidiana dei comandamenti, il culto nel santuario, e lo Shabbat che è come un santuario costruito nel tempo. In seguito, con la costruzione del Tempio di Salomone a Gerusalemme, e dopo il ritorno dall'esilio, un rotolo della Torah verrà conservato nel Santo dei Santi come un memoriale dei dieci comandamenti ricevuti sul Sinai. Viene preparato un tavolo d'oro con dodici pagnotte di pane su di esso che vengono sostituite ogni Shabbat. Questo tipo di lavoro è consentito in giorno di sabato. Il pane e’ un segno della benedizione del santuario. Rappresenta il cibo quotidiano necessario per ogni essere umano. Il messaggio è che la liturgia non puo’ essere celebrata se qualcuno e’ privo del pane quotidiano. Questo è il motivo per cui la pratica dei comandamenti è essenziale.Troviamo qui la stessa idea della scorsa settimana: il Sinedrio, un tribunale che ha il compito di giudicare le persone, si trova nei pressi del santuario; così il tavolo con il pane e’ segno del cibo che non dovrebbe mai mancare a nessuno. Non è possibile servire nel santuario senza praticare ciò che viene richiesto spesso dai profeti: la giustizia per tutti e fare in modo che tutti abbiano cibo a sufficienza.

Secondo un'altra tradizione, la tenda è stata costruita il decimo giorno di Tishrei, il giorno del Kippur (Espiazione). Il peccato può rompere il rapporto tra il popolo e il Santo, come e’ successo dopo il peccato del vitello d'oro, e anche se l'evento ha avuto luogo dopo la costruzione del santuario, quest’ultimo sarà un segno del perdono dei peccati.

I lettori delle Ziv ricorderanno che esiste un parallelo tra la descrizione della costruzione della tenda nel deserto e la creazione: gli Ebrei ora camminano con un microcosmo mobile, una "tenda della testimonianza", per annunciare che l'intero universo è un santuario, un luogo per praticare la misericordia. Questo è l'insegnamento del deserto che durerà per sempre. Shabbat shalom.

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