Che le tenebre non prendano possesso dei nostri cuori” Omelia di P. Piotr. 


Domenica 22 ottobre u.s. P. Piotr, Vicario di SJV ha visitato la comunita’ in Gerusalemme. Nel corso della celebrazione, all’omelia, ha offerto questa riflessione  all’assemblea. 

Carissime sorelle e fratelli in Cristo, siamo riuniti  qui in questi tempi non facili.  Proprio due settimane fa, il  mondo ha tremato davanti all’incredibile violenza che ha colpito il nostro paese in un Sabato Nero.  Siamo ancora scioccati e muti davanti alla  mostruosita’ di quel giorno. Alcuni di noi sono ancora  spaventati e apprensivi  per il loro futuro. A coloro che sono senza speranza offro le parole della Prima Lettura: Israele, Giacobbe, sei il mio amato. Siamo abbracciati dal nostro Dio, che guarda su di noi. Il Suo Amore e’ la sorgente della nostra speranza. Ci uniamo a coloro che hanno perso famigliari in questa tremenda tragedia. Tuttavia, dobbiama trovare conforto nella Scrittura, che ci rassicura che Dio non ci dimentichera’ mai.E’ naturale aver paura, specialmente pensando a quelli che hanno i giovani nel servizio militare. Conosciamo molti di loro da quando hanno partecipato ai campi estivi per giovani del gruppo Desert Flower. Preghiamo per loro e offriamo il nostro fermo sostegno.  Che il Signore vegli sopra di loro e li tenga lontano da ogni pericolo.  

 Nella seconda lettura di oggi abbiamo ascoltato il saluto di Paolo, Silvano e Timoteo all'inizio della Lettera ai Tessalonicesi: Grazia a voi e pace. È interessante notare che la maggior parte delle lettere alle comunità cristiane del Nuovo Testamento iniziano con un augurio di pace. Come i destinatari di quelle lettere, anche noi abbiamo bisogno di Pace.  

Nel 1963 Giovanni XXIII annunciò l'Enciclica Pacem in Terris. Il Papa, scomparso due mesi dopo, aveva  sottolineato che la Pace è più della semplice assenza di guerra. La vera pace può essere raggiunta solo quando la società è fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla carità e sulla libertà. 

 La verità costituisce il fondamento della pace quando gli individui riconoscono i propri diritti, insieme ai propri doveri verso gli altri. La giustizia costruisce la pace quando tutti difendono diligentemente i diritti reciproci. L'amore dà inizio alla pace quando trattiamo i bisogni degli altri come se fossero i nostri e condividiamo volentieri ciò che abbiamo. Infine, la libertà sostiene la pace quando gli individui fanno scelte di ricerca della pace basate sulla ragione e si assumono coraggiosamente la responsabilità delle proprie azioni. 

 Quando Gesù si trovò di fronte ad una domanda difficile, come leggiamo nel Vangelo di oggi,  rispose: Date a Cesare ciò che è suo, e a Dio ciò che gli appartiene. È nostro dovere impegnarci nella preghiera e mostrare sostegno al nostro Paese e ai suoi soldati. Non dobbiamo però dimenticare di donare a Dio ciò che è suo. Papa Giovanni XXIII ha iniziato la sua enciclica con le parole: «La pace nel mondo, quella Pace sulla terra – che l'uomo ha anelato e cercato lungo i secoli – non potrà mai essere stabilita, mai garantita, se non attraverso la diligente osservanza dell'ordine divinamente stabilito ." Questo ordine divino è nostra responsabilità. Dobbiamo cercarlo e lavorare per esso: l'ordine di amarci come fratelli. Il 7 ottobre, le forze dell’oscurità hanno cercato di diffondere l’oscurità. Dobbiamo diventare figli della luce, proprio come Dio intendeva fin dall'inizio, secondo il Suo ordine divino. Possa l'oscurità non entrare mai nei nostri cuori. Non ci sia spazio per l'odio o per la sete di vendetta nei nostri cuori; altrimenti, l’oscurità rivendicherà la vittoria. Sappiamo che la luce splende nelle tenebre. Preghiamo per coloro che possono riportare a casa gli ostaggi e riportare in salvo i nostri figli in servizio nell'esercito. Possa lo Spirito di Sapienza ispirare coloro le cui decisioni possono fermare l’uccisione di innocenti. La nostra immagine per l'Avvento di oggi è Abramo, un uomo che non ha avuto paura di seguire dove Dio lo ha diretto. Anche noi abbiamo bisogno del coraggio di intraprendere il viaggio verso la realtà che Dio immagina, costruendo un futuro migliore per le generazioni a venire, sia in Israele che a Gaza, in Palestina e in tutto il mondo. 

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