Dichiarazione dello Yad vaShem sul pannello sul Vaticano


Il 1 luglio 2012 lo Yad vaShem ha pubblicato la seguente presa di posizione riguardo alla revisione del testo del pannello che tratta l'attitudine del Papa e del Vaticano verso la Shoah.

La presa di posizione può essere letta sul sito dello Yad vaShem qui

Le parole della presa di posizione sono le seguenti:

"Nel 2005 lo Yad vaShem ha aperto il suo nuovo museo sulla storia dell'olocausto dopo più di un decennio di lavoro. I testi nel museo sono stati scritti in base alle ricerche disponibili nei primi anni del 2000.

Recentemente, in seguito alla raccomandazione delll'Istituto internazionale per le ricerche sull'olocausto dello Yad vaShem, il pannello riguardante le attività del Vaticano e di Papa Pio XII nel periodo della gueraa sono state aggiornate. Questo aggiornamento riflette la ricerca svolta negli anni recenti e presenta un quadro più complesso di quanto presentato precedentemente. Contrariamente a quanto riportato questo cambio non è il risultato di una pressione Vaticana.

Negli scorsi anni, nuove ricerche, in parte basate sull'apertura di archive come l'archivio Pio XII (fino al 1939) ed ad altre informazioni, incluse quelle presentate al workshop accademico internazionale "Papa Pio XII e l'olocausto – stato della ricerca attuale" tenutosi allo Yad vaShem nel 2009, hanno chiarito alcuni punti, lasciando ancora aperte altre questioni. Solo quando tutto il materiale sarà disponibile emergerà un quadro più chiaro. Questo workshop fu iniziato dal defunto professor David Bankier, allora capo dell'Istituto internazionale per lo studio dell'olocausto Yad vaShem. Il libro frutto dei lavori accademici dello workshop sul tema sarà pubblicato prossimamente in inglese dallo Yad vaShem.

Il prof. Bankier ha offerto uno schizzo per un'aggiornamento del pannello del museo, e dopo la sua scomparsa, il testo è stato completato dai ricercatori dell'Istituto, guidai dal capo attuale dell'Istituto, prof. Dan Michman.

Lo Yad vaShem attende il giorno in cui gli archive vaticani saranno aperti ai ricercatori e così si potrà giungere ad una maggiore comprensione degli eventi.

Il pannello nota che la reazione di Papa Pio XII è tema di controversia. Alcuni visitatori del museo non comprendono la controversia. Il pannello attuale presenta questa controversia in maggior dettaglio. Ovviamente nessun pannello in un museo può esplorare completamente alcun tema, e per coloro che fossero interessati ad approfondire, la bilbioteca e gli archivi dello Yad vaShem hanno una pletora di materiale.

I ricercatori e gli storici dello Yad vaShem continuano la ricerca di diversi aspetti della storia dell'Olocausto. Negli scorsi anni sono state fatte diverse correzzioni nel Museo. Dovesse rendersi necessario qualche altro aggiornamento nel Museo, sarà compiuto a sua volta.

Questo è il nuovo testo:

Il Vaticano

Il Vaticano, sotto Pio XI, Achille Ratti, e rappresentato dal Segretario di Stato Eugenio Pacelli, firmò un concordato con la Germania nazista nel luglio 1933, con lo scopo di preservare i diritti della Chiesa cattolica in Germania.

La reazione di Pio XII, Eugenio Pacelli, all'uccisione degli ebrei durante l'olocausto è tema di controversia tra gli studiosi. Dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale, il Vaticano mantenne una politica di neutralità. Il Pontefice si astenne dal firmare la dichiarazione degli Alleati del 17 dicembre 1942 che condannava lo sterminio degli ebrei. Tuttavia, nel suo radiomessaggio di Natale del 24 dicembre 1942, si riferì alle "centinaia di migliaia di persone che, senza alcuna colpa da parte loro, a volte solo a causa della loro nazionalità o origine etnica (stirpe), sono stati consegnati alla morte o ad un lento declino". Gli ebrei non sono menzionati esplicitamente. Quando gli ebrei furono deportati da Roma ad Auschwitz, il Pontefice non protetò pubblicamente. La Santa Sede si appellò separatamente ai governanti di Slovacchia ed Ungheria in aiuto degli ebrei. I critici del Papa sostengono che questa sua decisione di astenersi dal condannare l'uccisione degli ebrei da parte della Germania nazista, costituisce un errore morale: la mancanza di guide chiare lasciò spazio a molti di collaborare con la Germania nazista, rassicurati dall'idea che questo non contraddicesse l'insegnamento morale della Chiesa. Lasciò inoltre all'iniziativa privata di singoli chierici e laici il salvataggio degli ebrei. I suo difensori sostengono che questa neutralità prevenne dall'inasprirsi delle misure contro il Vaticano e contro le istituzioni ecclesiastiche in Europa, permettendo così un numero considerevole di attività di salvataggio segrete che avvennero a diversi livelli della Chiesa. Inoltre sottolineano case in cui il Pontefice offrì incoraggiamento nelle attività in cui gli ebrei venivano salvati. Fino a che tutto il materiale rilevante sarà disponibile agli studiosi, questo tema resterà aperto per maggiori ricerche."

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