Erez Acheret: sud Tel Aviv


La rivista “Erez Acheret” presenta nel suo ultimo numero sud Tel Aviv, un’area in cui vivono decine di migliaia di migranti –lavoratori stranieri e richiedenti asilo- la maggioranza dei quali è cristiana.

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La rivista “Erez Acheret”, nel numero 62 (agosto-settembre 2011) ha presentato ai lettori ebraici una descrizione affascinante del sud di Tel Aviv. Come scritto nell’editoriale, “Sud Tel Aviv è il cortile dello Stato d’Israele. Nell’area, a fianco dei residenti storici del luogo, ci sono decine di migliaia di persone cui la sorte è stata nemica e che sono fuggiti nella “prima città ebraica” per tentare qui la loro fortuna.” Al termine dell’editoriale è scritto: “Ciò che accade nei quartieri sud di Tel Aviv è una sfida nazionale per cui dobbiamo prenderci delle responsabilità. La gente è già qui, vive sotto la nostra sovranità e questo vuol dire che ne siamo direttamente responsabili. Il tempo è giunto di confrontarci con loro come avremmo voluto che si venissero trattati gli ebrei perseguitati o gli ebrei che cercavano un salario migliore all’inizio del ventesimo secolo”. Vogliamo aggiungere qui, su questo sito, che la responsabilità cade anche sulla Chiesa cattolica, poiché molti di questi nostri vicini sono nostri fratelli e sorelle nella fede.

La rivista include tra l’altro questi affascinanti articoli:

- Rivka Rosner descrive la politica dello Stato riguardo i lavoratori stranieri ed i richiedenti asilo. Rosner scrive all’inizio del suo articolo: “Il numero racconta la storia: nell’ultimo decennio circa 800.000 non-ebrei sono entrati nello Stato d’Israele per un lungo periodo, costituendo più del 10% della popolazione del Paese. Questi migranti possono essere divisi in differenti sotto-gruppi, dei quali i principali sono: tra i 250.000 ed i 400.000 lavoratori stranieri (di cui più della metà sono illegali), più di 320.000 originari della ex Unione Sovietica che sono immigrati in Israele sotto la Legge del Ritorno pur non essendo ebrei, 130.000 famiglie di migranti (la maggioranza dei quali palestinesi) e circa 40.000 richiedenti asilo (per lo più da Sudan ed Eritrea).”

- Micha Odenheimer scrive un articolo sulla situazione dei richiedenti asilo eritrei – oggi più di 20.000 nel Paese.

- Meir Azeri, un rabbino dei Riformati, capo della Beit Daniel, descrive la vita religiosa dei migranti dall’Africa. Rabbi Azeri scrive: “Nella città (Tel Aviv), che è già diventata una sorta di collage, ci sono diversi lavoratori stranieri e richiedenti asilo. Diversi di loro, che vivono ai margini degli spazi cittadini, non solo cercano di sopravvivere e di realizzarsi, ma cercano anche una comunità ed un po’ d’atmosfera della loro patria, che hanno abbandonato per differenti ragioni, ed anche la vicinanza con Dio. Il loro desiderio lo si incontra nelle sale di preghiera delle diverse religiose che sono state preparate nelle strade della città.”

Leggere la rivista ci incoraggia, noi membri della Chiesa di lingua ebraica in questo Paese, ad aumentare I nostri sforzi a favore dei migranti che vivono nella società ebraica e di lingua ebraica.

Leggi il sommario della rivista sul sito di Erez Aheret

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