Sukkot nelle qehillot


Ormai è diventata una tradizione, che i membri delle diverse comunità si incontrino a Sukkot per celebrare insieme e ringraziare.

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Circa 150 membri delle diverse comunità cattoliche di lingua ebraica e russa in Israele si sono riuniti sabato 15 ottobre 2011, per un giorni di ringraziamento, celebrazione, preghiera e divertimento presso la chiesa di Nostra Signora Arca dell’Alleanza a Kiriat Yearim. Tutte le età erano rappresentate, ma una gioia speciale è stata l’avere alcuni membri che hanno vissuto per la prima volta Sukkot, essendo nati nell’anno passato.

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La giornata è iniziata con una gioiosa celebrazione dell’Eucarestia. Tutti i sacerdoti delle comunità ed alcuni altri hanno concelebrato con padre David, Vicario delle comunità. Le Letture erano state scelte per questa Messa in occasione di Sukkot, Levitico 23,39-43, Salmo 122, Colossesi 1,12-20 e Giovanni 7,37-39. Padre David ha concentrato la sua omelia sulla ragione per cui Sukkot è un giorno di celebrazione per noi, cattolici di lingua ebraica in Israele. Non solo perché questa è una festa del popolo ebraico e come tale è stata celebrata anche da Gesù. Essa ha anche un profondo significato per noi. Essa celebra la memoria dei quarant’anni nel deserto, quando Israele ha fatto esperienza che tutto viene da Dio –cibo, bevanda, vestiti, scarpe- e la sukkah (la capanna) era un segno della sua dipendenza da Dio. Inoltre Sukkot è anche la festa in cui ci viene comandato di essere felici (cfr. Lv 23,40). Questo ci ricorda la nostra vocazione di discepoli di Cristo: essere felici. Possiamo trovare migliaia di ragioni per essere tristi ma Cristo è risorto e perciò dobbiamo gioire. Infine, Sukkot è una festa escatologica. Nel Libro di Zaccaria, Sukkot diviene la festa alla fine dei tempi, quando tutte le nazioni saliranno a Gerusalemme insieme con il popolo d’Israele. Le nostre comunità sono già ora un segno di questa realtà dell’unità dell’umanità che si reca ad adorare Dio. Questa realtà è ancora una promessa, ma guardandoci attorno, guardando alla diversità dei membri delle comunità, possiamo vedere che la promessa già inizia a realizzarsi.

La celebrazione eucaristica è proseguita con una processione dei bambini che hanno portato i doni all’altare. Un ragazzo ha letto una benedizione sul raccolto ed ha pregato che i frutti del prossimo anno possano essere abbondanti. L’intera Messa è stata celebrata in grande gioia, accompagnata dai meravigliosi canti di un gruppo che ha unito membri delle comunità di Gerusalemme, Haifa e Beer Sheva. Una menzione speciale deve essere fatta per il direttore della musica, Benny, e le soliste Magali da Gerusalemme, Myriam da Haifa e Lena, Luda ed Olga sempre da Haifa.

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C’è stata l’opportunità di ringraziare Dio per la nuova benedizione nelle nostre comunità: nuovi sacerdoti che si sono uniti a noi (i padri Sergey, Olivier e Nicola), i nuovi bambini nati nello scorso anno, i nuovi musicisti che si sono uniti a noi, un rinnovato gruppo di giovani, una nuova comunità a Tiberiade…

Al termine della Messa tutti i presenti hanno sollevato un bicchiere di vino per la benedizione e brindato al nuovo anno. Poi c’è stato il tempo per gustare il picnic, preparato da ogni famiglia.

Il pomeriggio è iniziato con la divisione in 6 gruppo e la condivisione dell’esperienza dello Spirito Santo. Sono stati meditati dei testi per ispirare la condivisione. Nel frattempo i giovani che erano venuti, hanno animato delle attività per i bambini ed i loro spiriti si sono elevati quando i bambini che si conoscevano dal campo estivo hanno potuto rivivere alcuni momenti di quel divertimento.

Al termine del giorno, i giovani si sono riuniti in un gruppo, 8 membri del “Fiore del deserto”, per condividere alcune foto ed esperienze del viaggio alla Giornata Mondiale della Gioventù in Spania. Sei di loro hanno rievocato i momenti del viaggio e poi affermato insieme la loro determinazione a proseguire insieme come gruppo.

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Questa meravigliosa giornata insieme è terminate con una preghiera animate da padre Gioele, accompagnata dal canto dei giovani. Tuttavia il canto finale è stato di un bambino che ha superato la sua timidezza ed ha cantato forte e chiaro “Chi crede non ha motivo di temere”.

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