Parabola dei vignaioli omicidi: evitare la lettura anti-giudaica


Questa domenica, XXVII del Tempo Ordinario, sentiamo la parabola dei vigniaioli omicidi (Matteo 21,33-43). In un commentario di padre Rom Rossica, insiste che bisogna evitare una lettura anti-giudaica della parabola. Grazie a T. della comunità di Haifa per averci mandato questo commentario, pubblicato in inglese su ZENIT.

Il testo:

“Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini? Gli risposero: “Quei malvagi li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: 'La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi'? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”

“Dobbiamo evitare una lettura anti-semita di questa parabola. La prima maniera è di leggerla come un brano di invettiva profetica da parte di un ebreo ai fratelli ebrei. Dobbiamo incentrare l’attenzione non tanto su quanto il brano ha da dire esplicitamente sui capi ebraici quanto su ciò che esso implica per i cristiani. Gli “altri” a cui la vigna è affittata nel verso 41 sono responsabili nei confronti del proprietario. Essi sono caricati dalla grave responsabilità di produrre frutti per il Regno (43).

Nella sua omelia alla Messa di aperture del XII Sinodo dei Vescovi su “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, il 5 ottobre 2008, Benedetto XVI ha parlato meravigliosamente di questa parabola: “Alla fine, il proprietario della vigna compie l’ultimo tentativo: manda il proprio figlio, convinto che ascolteranno almeno lui. Accade invece il contrario: i vignaioli lo uccidono proprio perché è il figlio, cioè l’erede, convinti di potersi così impossessare facilmente della vigna. Assistiamo pertanto ad un salto di qualità rispetto all’accusa di violazione della giustizia sociale, quale emerge dal cantico di Isaia. Qui vediamo chiaramente come il disprezzo per l’ordine impartito dal padrone si trasformi in disprezzo verso di lui: non è la semplice disubbidienza ad un precetto divino, è il vero e proprio rigetto di Dio: appare il mistero della Croce.

Ma nelle parole di Gesù vi è una promessa: la vigna non sarà distrutta. Mentre abbandona al loro destino i vignaioli infedeli, il padrone non si distacca dalla sua vigna e l’affida ad altri suoi servi fedeli. Questo indica che, se in alcune regioni la fede si affievolisce sino ad estinguersi, vi saranno sempre altri popoli pronti ad accoglierla. Proprio per questo Gesù, mentre cita il Salmo 117 [118]: "La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo" (v. 22), assicura che la sua morte non sarà la sconfitta di Dio. Ucciso, Egli non resterà nella tomba, anzi, proprio quella che sembrerà essere una totale disfatta, segnerà l’inizio di una definitiva vittoria. Alla sua dolorosa passione e morte in croce seguirà la gloria della risurrezione. La vigna continuerà allora a produrre uva e sarà data in affitto dal padrone "ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo" (Mt 21,41).”

Leggi l’intero commento in inglese qui

Per aiutarci Contattaci Vatican News in ebraico La Messa in ebraico Per la protezione dei bambini


© 2020 Saint James Vicariate for Hebrew Speaking Catholics in Israel