Padre Ioannis Marangos SI: Giusto tra le Nazioni


Nei prossimi mesi lo Yad vaShem terrà la cerimonia di riconoscimento di padre Ioannis Maragos, sacerdote gesuita greco, come Giusto tra le Nazioni, per aver nascosto un bambino ebreo nella sua comunità religiosa durante la Shoah.

marangos

Gerardo Saias nacque a Tessalonicco nel 1932. La sua famiglia aveva cittadinanza italiana, e per questo era stata in grado di lasciare la città nell’estate del 1942, quando i nazisti intensificarono le persecuzioni degli ebrei. Nei mesi seguenti fu stabilito un ghetto a Tessalonicco, cui fece seguito nella primavera del 1943 la deportazione di più di 43.000 ebrei verso Auschwitz e la distruzione di questa antica comunità ebraica.

La famiglia Saias riuscì ad arrivare ad Atene, che a quell tempo era sotto il controllo italiano. La relativa sicurezza, però, non durò a lungo – nel settembre del 1943 i tedeschi presero il controllo sull’intero territorio della Grecia, e la famiglia Saias si trovò di nuovo in pericolo. I genitori decisero che per la propria incolumità era meglio separarsi. Il padre trovò un nascondiglio in un villaggio che era sotto il controllo del movimento di resistenza ELAS, la madre trovò rifugio presso una famiglia, e si mise in cerca di un luogo sicuro per il figlio undicenne. Decise di rivolgersi ad un conoscente di suo padre, un sacerdote cattolico della cattedrale di san Dionigi. Qui incontrò Ioannis Marangos, un prete gesuita, che acconsentì di nascondere Gerardo nel suo monastero. Promise di restituire il bambino ai genitori dopo la guerra, e solo nel caso che essi non facessero ritorno, il bambino sarebbe stato educato per diventare gesuita.

Gerardo fu accolto nella comunità religiosa dei Gesuiti in via Mochael Voda 28 ad Atene e fu introdotto come nipote del prete. Solo Marangos ed un altro fratello, Nikolaos Xanthakis, sapevano che il bambino era ebreo. Questi servì come chierichetto, ma padre Marangos mantenne la sua promessa e non tentò in alcun modo di persuaderlo a convertirsi. Gerardo rimase nel monastero per oltre un anno, senza contatto con la sua famiglia. “Oltre che madre, padre e guida spirituale” scrive Gerardo Saias nella sua testimonianza, “padre Marangos fu anche un ottimo insegnante. Oltre all’istruzione religiosa, che egli stesso mi impartiva, ed alle lezioni di matematica che mi dava padre Philippos, acquisii un’ampia educazione generale al suo fianco. I Gesuiti sono rinomati per la loro vasta conoscenza”.

Dopo la liberazione, i genitori di Gerardo vennero a riprenderlo. Ma allora Gerardo era così attaccato a padre Marangos, che non volle lasciare il monastero. Fu il prete a convincerlo ad andare con i suoi genitori.

Nel tentative di far scordare al proprio figlio il monastero ed i monaci, i suoi genitori non menzionarono mai Marangos, ma, come scoprì più tardi Gerardo, essi mantennero i contatti con l’uomo che aveva salvato la vita al loro figlio. Solo quando fu più grande i suoi genitori gli permisero di far visita a padre Marangos. Da allora il prete cattolico divenne un amico di famiglia, partecipò alle celebrazioni, incluse le feste religiose, e Gerardo lo visitò di frequente. Quando Ioannis Marangos morì nel 1989 all’età di 88 anni, Gerardo sentì come di aver perso il proprio padre.

Il 7 marzo 2010 padre Ioannis Marangos fu riconosciuto in maniera postuma come Giusto fra le Nazioni.

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