Documento della Commissione bilaterale – 20 gennaio 2010


Pubblichiamo la dichiarazione rilasciata il 20 gennaio 2010 sulla conclusione dell’incontro di quattro giorni della commissione bilaterale tra Santa Sede ed il Gran Rabbinato di Israele, che si è tenuto in Vaticano.

(Traduzione non ufficiale)

1. Il nono incontro della Commissione, che si è tenuto a Roma, segue la storica visita di papa Benedetto XVI alla grande Sinagoga, cui hanno partecipato anche i membri della Commissione e in cui il Papa ha confermato categoricamente l’impegno della Chiesa cattolica e la sua volontà ad approfondire il dialogo e la fratellanza con l’ebraismo e con il popolo ebraico, in accordo alla Nostra Aetate ed ai conseguenti insegnamenti del Magistero ed in particolare del suo predecessore Giovanni Paolo II. “In questa direzione possiamo compiere passi insieme, consapevoli delle differenze che vi sono tra noi, ma anche del fatto che se riusciremo ad unire i nostri cuori e le nostre mani per rispondere alla chiamata del Signore, la sua luce si farà più vicina per illuminare tutti i popoli della terra” (Dal discorso del Pontefice alla Sinagoga di Roma, 17 gennaio 2010, sezione 8). Il Papa ha specificatamente lodato il lavoro, il significato ed i risultati della Commissione bilaterale per la possibilità di avere questo incontro sul tema dell’insegnamento cattolico ed ebraico sulla Creazione e sull’ambiente ed ha augurato alla Commissione “un dialogo proficuo su di un tema così attuale ed importante”.

2. L’incontro è stato aperto dai presidenti Cardinal Jorge Mejìa e Rabbino capo Shear Yashuv Cohen, che hanno reso omaggio all’ex ambasciatore Shmuel Hadas, il cui contributo è stato di valido aiuto per la costituzione della Commissione.

3. La presentazione d’apertura si è incentrata sulla tensione tra movimenti ambientalisti secolare e le prospettive religiose ed ha enfatizzato l’insegnamento biblico sulla natura, come dotata della santità che fluisce dal Creatore. È Lui ad aver incaricato l’umanità, come vertice della sua intrinsecamente buona creazione (cfr. Gen 1,31), con l’obbligo di una custodia responsabile (cfr. Gen 2,15). Mentre sono date all’umanità la libertà e l’autonomia di sviluppare e promuovere le risorse naturali, come è scritto “i cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo” (Sal 115,16), queste devono essere sempre espresse in maniera da rispettare la sovranità divina sull’universo, come è scritto “del Signore è la terra e quanto contiene” (Sal 24,1).

4. L’umanità affronta oggi una crisi ambientale unica, che sostanzialmente il prodotto di uno sfruttamento materiale e tecnologico sfrenato. Questa sfida deve essere ovviamente affrontata con i mezzi tecnici necessari, così come con autocontrollo, umiltà e disciplina; i partecipanti hanno enfatizzato la necessità essenziale per la società di riconoscere la dimensione trascendente della creazione, che è fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile ed il progresso in una maniera eticamente responsabile. Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche accettabile moralmente. Questa consapevolezza garantisce che ogni aspetto dello sviluppo umano sia promotore del benessere delle generazioni future e la santificazione del Nome di Dio, così come la sua assenza  conduce a conseguenze distruttive per l’umanità e l’ambiente e profana il Nome di Dio.

5. La tradizione biblica che ha dato una dignità unica alla persona umana non deve essere interpretata in termini di dominazione, ma in termini di rispetto e solidarietà. Questo richiede a noi un senso di un’ “ecologia umana” in cui la nostra responsabilità per l’eco-sistema sia legata e rifletta il nostro dovere gli uni verso gli altri ed in particolare “una generosità speciale verso i poveri, le donne, i bambini, gli stranieri, i malati, i deboli, i bisognosi” (Discorso del Papa alla Sinagoga di Roma, 17 gennaio 2010, sezione 7).

6. L’aspetto etico dell’intervento umano nell’ordine naturale si trova nella limitazione del potere della scienza e della sua pretesa di assolutezza, e nell’espressione di solidarietà umana e responsabilità morale verso tutti. Alla sua conclusione la Commissione bilaterale esorta vivamente che l’innovazione scientifica e lo sviluppo, lavorino in stretto rapporto con la guida etica religiosa. Similmente gli Stati e gli organismi internazionali dovrebbero impegnarsi in stretta consultazione con la leadership etico-religiosa al fine di assicurare che questo progresso sia una benedizione e non una maledizione. Un’etica dello sviluppo genuina è la chiave per la pace e l’armonia mondiale.

7. Soprattutto è stata sottolineata l’importanza fondamentale di un’educazione alla morale religiosa a tutti i livelli, al fine di garantire uno sviluppo scientifico e sociale responsabile.

Roma, 19 gennaio 2010 – 4 di Shvat 5770

Rabbino-capo Shear Yashuv Cohen
(Presidente della delegazione ebraica)

Rabbino-capo Ratson Arussi

Rabbino-capo David Brodman

Rabbino-capo  Joseph Levi

Rabbino-capo David Rosen

Rabbino Prof. Daniel Sperber

Sig. Oded Wiener

Jorge Cardinal Mejía
(Presidente della delegazione cattolica)

Patriarca Fouad Twal

Arcivescovo Elias Chacour

Arcivescovo Antonio Franco

Arcivescovo Bruno Forte

Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo

Mons. Pier Francesco Fumagalli

P. Pierbattista Pizzaballa O.F.M.

P. Norbert J. Hofmann S.D.B. 

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