Bruno Hussar OP


Padre Bruno Hussar, domenicano, appartiene al primo gruppo di fondatori dell’Opera di San Giacomo.

bruno

Nacque nel 1911, in una famiglia ebraica che viveva ad Alessandria d'Egitto. Suo padre era ungherese e sua madre francese, entrambi ebrei assimilati. Imparò il francese, l’italiano e l’inglese. All'età di diciotto anni, arrivò in Francia con la sua famiglia. A Parigi, si laureò in ingegneria presso l'Ecole Centrale e durante questi anni di studi tecnici, visse anche una conversione spirituale. Ciò lo condusse al Battesimo, all’ingresso nell'Ordine domenicano nel 1945 (prendendo il nome di Bruno), ed infine alla volontà di diventare sacerdote nel 1950.

Nel 1953, poco dopo aver pronunciato i suoi ultimi voti, Bruno fu inviato a Gerusalemme dal Provinciale dell'Ordine domenicano in Francia, Padre Avril, per aprire un centro di studi ebraici nel giovane Stato di Israele. Bruno fondò la Casa di S. Isaia a Gerusalemme, che si riteneva fosse simile al prestigioso Centro Dominicano al Cairo, istituito per lo studio dell'Islam. Incontrò molte difficoltà e il centro iniziò ufficialmente la sua attività soltanto nel 1960.  

Arrivando in Israele, Bruno comprese più a fondo l'importanza delle sue radici ebraiche e il senso di appartenenza al questo popolo. Studiando l'ebraico, la storia ebraica come pure l'atteggiamento della Chiesa nei confronti gli ebrei, egli divenne sempre più convinto della necessità di produrre un cambiamento nell’insegnamento della Chiesa e nella posizione e nell'atteggiamento dei cristiani. Durante i primi anni, Bruno incontrò altri cristiani di origine ebraica e dei cristiani che avevano la stessa sua percezione delle cose. Nel 1955, con la nascita dell’Opera di San Giacomo, divenne sacerdote della comunità ebreofona di Tel Aviv –Jaffa, dove rimase fino al 1959.

Nel 1960 aprì, con Jacques Fontaine, la Casa di S. Isaia a Gerusalemme, pianificata da lungo tempo. Furono presto raggiunti da Padre Marcel Dubois e Padre Gabriel Grossman. Grazie al suo inserimento pastorale nella vita della comunità ebreofona come pure nella Casa di S. Isaia, Bruno s’impegnò sempre di più nelle varie iniziative atte a promuovere il dialogo tra la Chiesa e gli ebrei. Fu coinvolto nella fondazione del gruppo Rainbow (Arcobaleno), così come nella Confraternita della Ricerca Teologica Ecumenica in Israele.

Degno di nota fu il fatto che Bruno e la comunità domenicana compresero l'importanza del Concilio convocato da Papa Giovanni XXIII. Si dedicò ai lavori di preparazione di quest’ultimo, facendo molta pressione affinché esso apportasse un reale cambiamento all’atteggiamento nei confronti del popolo ebraico. Visitando regolarmente Roma, Bruno fu invitato come esperto dal cardinale Agostino Bea alla terza riunione dedicata alla discussione del testo che sarebbe diventato la Nostrae Aetate. Questo testo doveva modificare radicalmente la posizione ufficiale della Chiesa cattolica nei confronti degli ebrei e dell’ebraismo, così come nei confronti delle altre religioni.

Nel 1966, Bruno divenne cittadino israeliano e l’anno seguente, nel 1967, partecipò all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite come membro della delegazione israeliana. Nel 1970, Bruno, con alcuni amici (tra i quali Rina Geftman), fondò Neve Shalom (Oasi di Pace), un villaggio dedicato alla coesistenza ebraico-araba, situato sulle terre del monastero trappista di Latrun, a metà strada tra Tel Aviv e Gerusalemme. Inizialmente, Bruno aveva immaginato una comunità fondata sulla fratellanza spirituale condivisa da ebrei, cristiani e musulmani. La sua flessibilità e la generosità di spirito sta nell’aver accetto il fatto che dopo un po’ il villaggio fosse molto più laico e che il cuore fosse la polarità nazionale (israelo-palestinese), piuttosto che religiosa. Bruno trascorse gli ultimi anni della sua vita a viaggiare tra la Casa di Isaia e Neve Shalom.

Pubblicò un'autobiografia che contiene non solo la storia della sua vita e il suo pensiero, ma anche informazioni importanti sulla storia della Keillah.

BRUNO HUSSAR, Quando la nuvola si alzava ... testimonianza di un sacerdote di Israele (Parigi: Cerf, 1988).

Bruno morì nel 1996. La sua cordialità, la sua apertura, la sua amicizia nei confronti di tutti, il suo ottimismo e la sua visione della società fondata sui valori di giustizia e di pace ci mancheranno per sempre e continuano ad ispiraci.

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