Messa di addio per le Suore della Solitudine


Il 19 dicembre 2017 diversi amici delle Suore Contemplative di Sion di Ein Karem, la Solitudine, si sono ritrovati per una messa di ringraziamento per i loro 48 anni di presenza in Terra Santa.

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Le sorelle hanno comunemente deciso che, essendo una comunità di sorelle anziane senza alcuna prospettiva di nuove forze che venissero in aiuto, era giunto il momento di chiudere la loro casa e tornare in Francia, dove saranno ospitate in una casa per sorelle anziane. Il discernimento comunitario ha richiesto molti mesi e il risultato è stato che le suore avrebbero lasciato Gerusalemme per continuare la loro vita di preghiera in Francia.

Alla celebrazione hanno preso parte diverse sorelle attive di Sion, altre suore contemplative (le monache benedettine di Abu Ghosh, le clarisse, le suore greche cattoliche del monastero di Emmanuel a Betlemme), molti amici di altre congregazioni religiose maschili e femminili e alcuni membri della comunità cattolica di lingua ebraica. Alla fine della messa, gli ospiti sono stati invitati a vedere una retrospettiva dei 48 anni trascorsi dalle suore in Israele, prima a Nazareth e poi a Ein Karem.

Per leggere un articolo in francese sulle sorelle di Sion sul sito web del Patriarcato latino cliccare qui

La comunità cattolica di lingua ebraica in Israele ha mantenuto forti legami con le sorelle di cui sentiranno sicuramente la mancanza.

Padre David, nella sua omelia, ha rivolto le seguenti parole:

Questa messa celebra gli anni di presenza della comunità della solitudine in Israele, una presenza orante in questo paese e una voce che ci ricorda che Dio è in mezzo a noi. E questa è la vocazione di tutti i contemplativi e la vocazione delle Suore di Sion è in modo speciale il richiamo per Israele che Dio è davvero in mezzo a loro.

Sottolineo qui tre versetti delle letture di oggi che per me danno significano a quanto stiamo celebrando:

1. Così dice il Profeta Sofonia: "Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia” (Sofonia 3,17). Questa è la traduzione in italiano. Ma oggi lo abbiamo letto in ebraico e il testo masoretico non dice "ti rinnoverà con il suo amore", ma piuttosto "farà silenzio nel suo amore". Silenzio, dono di Dio e imitazione di Dio mentre lui guarda amorevolmente i suoi figli. Voi ci insegnate la capacità di contemplare la presenza di Dio, calmando il rumore che ci invade. Care Sorelle, Gerusalemme sarà un posto di sicuro più rumoroso senza di voi ma nonostante ciò noi vi ringraziamo per quello che ci avete insegnato negli ultimi decenni!

2. Nel salmo Davide canta: "Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni” (Sal 33,11). Ci potremmo domandare: qual è questo piano quando le nostre vite prendono svolte inaspettate? Quando siete arrivate qui quasi 50 anni fa, sono sicuro che non immaginavate che un giorno sarebbe arrivato il momento di dire addio a questa terra e alla sua gente. Tuttavia, crediamo che il Signore ha un piano, e che i pensieri del suo cuore saranno un giorno rivelati a noi, suoi figli. Proprio come il vostro arrivo qui faceva parte di quel piano, così ora anche la vostra partenza fa parte di quel piano. Che voi siate qui o altrove, siete parte di Gerusalemme, la città di Dio, la capitale eterna di tutti coloro che appartengono al suo popolo, e questa profonda comunione è senza dubbio parte del suo piano. Portate Gerusalemme ovunque andiate!

3. Nel Vangelo, Elisabetta si rivolge a Maria con queste parole: "E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45). La scena gioiosa della Visitazione, le due donne che si abbracciano, la giovane Maria e l'anziana Elisabetta, entrambe con figli, hanno sicuramente accompagnato tutti gli anni che voi avete trascorso a Ein Karem. Ma questa scena mi colpisce oggi in un modo nuovo alla luce di quanto stiamo celebrando. Una partenza è davvero come una morte ed è la morte che è presente in queste due donne: Elisabetta, come Sara prima di lei, è anziana ed è difficile credere che potrebbe rimanere incinta. E Maria, sebbene giovane, non ha conosciuto nessun uomo e il suo grembo è ancora come una tomba, vuoto del seme della vita, eppure anche lei è incinta. Questa è la nostra fede, la nostra fiducia e la nostra speranza. Questa è la fonte della nostra gioia, presente qui in questo iconico abbraccio di queste due donne profetiche. Hanno creduto e così diventano testimoni viventi che Dio non lascia alla morte l'ultima parola e da un corpo invecchiato, da un grembo simile a un sepolcro, fa scaturire la vita. Anche noi oggi vogliamo esultare come Giovanni nel grembo di Elisabetta e affermare che Gesù è lì, già con noi nel grembo di Maria. Nel piano di Dio, ogni partenza è un nuovo inizio, ogni tramonto la promessa di un'alba nuova.

Grazie, Sorelle, per la testimonianza fedele che avete dato in questo luogo, una testimonianza che si è irradiata in lungo e in largo. Grazie, Sorelle, per il vostro fedele ricordo di Gerusalemme, di questa Terra benedetta da Dio e dei popoli che vivono qui.

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