Portare frutto versus Realizzazione/successo


Padre Matthew Coutinho SDB ha proposto la seguente riflessione ai membri del CPAM nel giorno di ritiro del 19 Dicembre 2016. La riflessione e’ basata su un articolo di Padre Peter Van Breeman SJ.

Il portare frutto è un concetto fondamentale in tutto l'Antico Testamento, e Gesù spesso parla nelle sue parabole sul regno di Dio di questo concetto: il granello di senape, il più piccolo di tutti i semi ... L'immagine più eloquente e convincente pero’ è quella della vite e i tralci, che mostra come il portare frutto dipenda completamente dall’unione del tralcio alla vite (Gv 15,1-17).

Pensiamo di capire tutto cio’ perche’ sembra così ovvio. Portare frutto significa: essere produttivo, portare a buon fine qualcosa, raggiungere uno scopo, portare profitto. Ma anche l'altro lato della medaglia puo’ avere senso: un tralcio che non porta frutto non produce, quindi e’ inutile, e quindi deve essere potato. Di conseguenza interpretiamo il messaggio biblico secondo lo spirito di una società che mira al successo e in questo modo perdiamo l’essenziale. E' una sfida per cercare di capire ciò che la Scrittura ha da dire a questo proposito.

Una societa’ di successo

Il mondo in cui viviamo è permeato di una forza che ci spinge a raggiungere e realizzare qualcosa ad ogni costo. E tutto questo ci viene trasmesso anche dall’aria che respiriamo. Anche nella nostra vecchiaia questa ossessione non ci lascia in pace. I risultati sono la norma sulla quale valutiamo noi stessi e gli altri.

Purtroppo, nella chiesa e nella vita religiosa questo atteggiamento morboso non è minore, anzi e’ forse più presente che altrove.

Piche’ questa mentalità è cosi’ insidiosa, voglio citare alcuni esempi:

• Molte persone si lamentano della grande quantità di lavoro, del numero di appuntamenti e di telefonate, della pila di posta elettronica, e così via, con cui devono fare i conti. Ma la lamentela suona un po' come una auto-glorificazione.

• Cosi’ mi sono sentito dire da alcuni religiosi al termine del loro incarico: "Padre, voglio ancora essere utile". Questo desiderio e’ molto lodevole, ma nasconde un altro messaggio di fondo: "Voglio dimostrare che valgo ancora qualcosa".

• Le persone hanno la tendenza a portare avanti un carico di lavoro giornaliero o un rituale che va oltre le loro forze, anche se realisticamente lo stesso lavoro potrebbe essere fatto in modo molto più semplice. Questo aumenta lo stress e anche la piacevole sensazione di sentirsi indispensabili.

• L'esempio più sottile in cui mi sono imbattuto in un libro scritto da un monaco trappista tedesco, riguarda l'episodio di un confratello anziano che confidò al suo abate: "Il mondo si stupirebbe se venisse a sapere quanta legna ho tagliato nella mia vita".

La realizzazione non è sempre una ricerca a scopo di lucro, di riconoscimento o di potere. Può benissimo essere una risposta a un vero senso di responsabilità. Eppure, anche in questi casi, le cose devono essere valutate con attenzione. Devono essere sempre salvaguardati la comunità, la famiglia e il proprio tempo libero. Naturalmente, queste condizioni non devono soffocare il nostro desiderio di aiutare.

Somiglianze

C'è una linea molto sottile tra il portare frutto e la realizzazione. Entrambi richiedono sforzo, disciplina e duro lavoro. Per realizzare qualcosa occorrono diligenza e pazienza. Tuttavia, oggi sembra che le differenze sono molto piu’ rilevanti delle somiglianze. Qui ne presentiamo una dozzina.

Differenze

1. Nel portare frutto c'è spazio per il mistero, dell’avere fiducia e dell’abbandono. Lasciamo che accadano le cose, e lasciamo perdere tante cose. Al contrario, la persona di successo vuole avere tutto sotto controllo.

2. Il portare frutto è sano e naturale, ed e’ in accordo con le leggi intrinseche della natura. La realizzazione, al contrario, opera spesso sacrificando la natura. Negli ultimi anni abbiamo visto come la società di successo ha sfruttato madre natura oltre i suoi limiti. A livello individuale, la realizzazione senza limiti si traduce spesso in esaurimento per la persona. Allo stesso modo, la nostra vita spirituale è danneggiata da una eccessiva enfasi sui risultati e sulla competizione.

3. La natura ha le sue anomalie. Non tutti i frutti sono perfetti; alcuni hanno una forma sbilenca o stentano a crescere. Dall’altra parte, l’ansia di prestazione non accetta debolezze e imperfezioni in noi e negli altri. Si desiderano ardentemente i risultati e si idolatrizzano l'efficienza e il successo.

4. Lo stress di realizzazione spegne l'aspetto contemplativo nella nostra vita. C'è una tale preoccupazione per i risultati che Dio non è più al centro della nostra attenzione. Il portare frutto, al contrario, può trasformare la nostra attività in un luogo sacro in cui Dio è presente e attivo. Ci permette di essere contemplativi nell'azione

5. Il portare frutto avviene in uno spirito di gratuità: "Gratuitamente avete ricevuto; gratuitamente date" (Mt 10,8). Non solo le nostre capacità e i nostri talenti, ma tutta la nostra vita e’ dono gratuito di Dio. Questo atteggiamento di gratuità è un messaggio incoraggiante per coloro che nella nostra società di successo sono considerati dei falliti.

6. La legge del portare frutto è quella del grano che deve morire per portare frutto. Questa regola sgradevole di rinunciare a se stessi di solito non è promossa dalla società di successo.

7. Il portare frutto presuppone una relazione. Il regno di Dio è basato sulle relazioni, intime e durature. La realizzazione può essere un surrogato per la mancanza di relazioni autentiche.

8. Sia nell'Antico come nel Nuovo Testamento, la dignità della persona umana consiste principalmente nell’essere collaboratore di Dio. Si potrebbe facilmente spostare l'enfasi dalla cooperazione con Dio all’egocentrismo.

9. Ricordiamo la tradizionale contrapposizione paolina di 'fede' e 'legge' e che la nostra salvezza passa attraverso la fede e non per mezzo della legge. Il 'paradigma del successo/realizzazione' ci dice che è attraverso 'l'osservanza della legge' (attraverso le nostre realizzazioni) che noi assicuriamo la nostra salvezza. Questo impone su di noi un onere sovrumano e soffoca la gioia della Buona Novella.

10. Gesù ci ha detto di non preoccuparci perché il nostro Padre celeste sa che abbiamo bisogno di cibo, di bevande e di vestiti. L'essenza dell’alleanza è cercare Dio con tutto il cuore ... l'anima ... con tutte le nostre forze e che Dio si prenderà cura di noi. Se Dio e’ la nostra priorità, Dio avra’ a cuore il nostro benessere.

11. A differenza del raccolto dei campi, il portare frutto nel regno di Dio spesso non può essere misurato. Di solito rimane inaccessibile e nascosto, noto solo a Dio. La realizzazione, al contrario, è tangibile e quantificabile; dimostra il nostro valore.

12. Più diventiamo anziani, più i nostri risultati diminuiscono. Ma il portare frutto può aumentare con il passare degli anni. La spiritualità del portare frutto ci può alleviare dal pericolo di un ansia spietata e puo’ farci capire il significato di considerarci importanti.

Il prendere atto delle differenze tra il portare frutto e la realizzazione/successo, chiarisce il messaggio biblico, aiuta ad approfondire la nostra comprensione della Buona Novella, e in questo modo rende le nostre vite piu’ gioiose.

Alcune domande per la riflessione personale

1. Guardando alla mia vita: qual e’ la percentuale del paradigma del portare frutto e quella della realizzazione/successo che uso nel mio operare? Condividi le tue ragioni.

2. Quale delle 12 differenze si riflettono negli atteggiamenti e comportamenti della mia vita?

3. Come agente pastorale, identifica alcuni modi in cui cadiamo nel pericolo di assumere il 'paradigma della realizzazione/successo'.

4. Condividi con il gruppo alcune vie per raggiungere il 'paradigma del portare frutto’.

(L'articolo originale è apparso in Review for Religious 53 (Mar-Apr 1994): 231-237.)

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