Dal libro del Cardinale Jean-Marie Lustiger: “La Promessa” (2)


Pubblichiamo qui di seguito un estratto dal libro del Cardinale Jean-Marie Lustiger (1926-2007), Arcivescovo di Parigi, prominente ebreo cattolico. I sacerdoti del Vicariato San Giacomo hanno meditato sui suoi pensieri durante il loro ritiro annuale in Ottobre 2016.

promesse

Chiaramente, non è possibile condividere la speranza di Israele senza aver condiviso le sue purificazioni. Ciò presuppone che il percorso attraverso il quale il cuore a poco a poco si trasforma e si converte - fino ad includere l'esperienza di impotenza e di fallimento davanti alle richieste di Dio – deve essere veramente seguito. In caso contrario, il pericolo di illusione è grande. L'esperienza e la storia dimostrano che questo pericolo non e’ immaginario. Il pericolo, se non passiamo per questo cammino di purificazione, è quello di ricevere Cristo semplicemente come una nuova forma di dei che abitano nel cuore degli uomini, di trasformare Cristo nell'immagine di cio’ che noi desideriamo, o di dare agli dèi dei pagani, gli dèi delle nazioni, un nome che sarebbe quello di Cristo o del Dio di Israele.

Così, invece di essere convertito e di ritornare veramente a Dio, l'uomo si appropria di Dio e della sua rivelazione e, di conseguenza, rifiuta la salvezza.

Credere in Cristo significa propriamente ricevere, come una grazia, l'entrata nella storia di Israele, e ricevere i frutti di quella entrata come un dono gratuito di Dio. Paolo sottolinea cio’ quando scrive: "E tutti furono battezzati ... bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo" (1 Corinzi 10,2-4), affermando allo stesso tempo che tutto ciò che appartiene specificamente a Israele non è stato tolto, ma è offerto anche ai pagani. Non vi è nessuna scorciatoia; non possiamo fare a meno di questo percorso. In caso contrario, l'idolatria continuerà a regnare.

Ne consegue che l'Antico Testamento non è stato "invalidato", secondo un'espressione corrente, con la venuta del Messia, ma, al contrario, è stato reso accessibile e aperto ai pagani che, senza di lui, non avrebbero avuto accesso ad esso. Essi condividono la sua speranza e ricchezza grazie a Cristo che ne e’ il compimento. Cristo, allo stesso tempo, dà loro le primizie di questa speranza.

L'Antico Testamento non è un insegnamento propedeutico, una prefazione letteraria, neppure una collezione di temi e simboli: si tratta di un vero e proprio percorso, necessario e pertinente – pertinente, non a causa delle sue connessioni aneddotiche, ma per la comunione e obbedienza a Dio, l’attuale realtà spirituale di entrata nel mistero dell’Elezione.

Per aiutarci Contattaci Vatican News in ebraico La Messa in ebraico Per la protezione dei bambini


© 2020 Saint James Vicariate for Hebrew Speaking Catholics in Israel