Rosh HaShana – la Festa di Dio Padre


Riflessione di Lucia, della comunita’ di Gerusalemme, sul significato di Rosh HaShana (il Capodanno ebraico) per gli ebrei e per la Chiesa.

chagal_creation

I cristiani a volte dicono: ci sono feste dei santi, ci sono tante feste di Gesù, c'è una festa dello Spirito Santo e della Santissima Trinità, ma non c'è una festa del Padre ... Tuttavia la festa del Padre esiste, i cristiani l’hanno semplicemente dimenticata. Questa festa è il Capodanno ebraico.

Chiaramente, in un certo senso, tutte le feste ebraiche sono feste del Padre. Tuttavia, il Capodanno ebraico è la festa del Padre per eccellenza perché è la celebrazione della paternità di Dio che è Creatore, Re e Giudice.

"Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse ...." (Genesi 1,27-28). Questo è esattamente ciò che celebriamo il giorno del Capodanno ebraico: il sesto giorno della Creazione - il giorno della creazione dell’uomo, chiamato ad essere figlio di colui che porta in se’ la sua immagine e somiglianza. Figlio grato a colui che gli ha donato non solo la vita, ma anche tutto il necessario per vivere: il meraviglioso clima dell’Eden, i frutti della terra per il suo nutrimento, la bellezza e la freschezza del giardino, una professione rispettabile, e anche il dominio su tutti gli animali della terra, e una compagna che gli avrebbe fatto compagnia "non è bene che l'uomo sia solo" (Gn 2,18). Oltre a tutto cio’, alla persona umana è stata data anche la grazia di vivere alla presenza e in comunione con il Padre. Tutto quello che un buon padre dà al figlio, o almeno tutto ciò che egli desidera dare, Dio lo ha dato in abbondanza all’uomo.

Ma sappiamo come utilizzare questi doni in modo corretto? Questa è la domanda alla quale ci troviamo di fronte quando, nel giorno del Capodanno ebraico, Dio siede sul suo trono come giudice. In altre parole, questa è l'immagine e la somiglianza in cui sono stato creato (e noi, cristiani, lo vediamo molto chiaramente in Gesù - il Figlio perfetto) e questo sono io oggi. Può questa immagine e questa somiglianza essere ancora vista in me? O è completamente deformata come se si riflettesse in uno specchio distorto? Questo è il giorno del Giudizio e tuttavia è allo stesso tempo anche la festa della fiducia filiale. Anche se posso essere un figlio/figlia cattivo, anche se sono molto cattivo, io resto sempre figlio/figlia. E se il Padre mi giudica, non è mai per condannarmi, ma perche’ io possa rientrare in me stesso e ritornare da lui. Lui attende il mio ritorno, la mia teshuva (ritorno/risposta/ravvedimento). Così, anche se il Capodanno ebraico è il giorno del giudizio, c'è sempre la speranza della misericordia perché il giudice è il nostro Padre amorevole che ha detto: "Ritornate, figli traviati, dice il Signore, perché ho stipulato un’alleanza con te ... non ti mostrero’ la faccia sdegnata, perché io sono pietoso" (Geremia 3,14.12). I lettori ebrei del Vangelo hanno composto un midrash per il Capodanno ebraico sul figliol prodigo che, ritornato al Padre, ha riacquistato l'immagine e la dignità del figlio.

Dio giudica il mondo perché è il suo Creatore e Maestro. Il giorno di Rosh HaShana, il primo passo è quello di tornare a lui e riconoscerlo come Re e Maestro di tutta la Creazione, e questa include anche me.

Il solo e unico Dio che ha creato tutta l’umanità governa tutte le cose. Il Capodanno ebraico è il giorno del giudizio universale, quando Dio chiama tutti alla conversione. Qui non c’è "né ebreo né greco, né schiavo né uomo libero, né uomo né donna" ... Ogni popolo e ogni persona umana deve rispondere per i talenti che gli sono stati affidati.

"Dio nostro e Dio dei nostri padri! Nella tua gloria regna sopra tutto l’universo e nel tuo splendore sii esaltato su tutta la terra. Risplendi nella maestà della tua forza trionfante su tutti gli abitanti del mondo, ogni cosa sappia che tu l’hai formata, e ogni creatura comprenda che tu l’hai creata e tutto ciò che ha il respiro nelle sue narici possa dire: Il Signore Dio di Israele è re e domina su tutto il mondo" (Amidah (preghiera) per Rosh HaShana) .

Tutto questo ci ricorda il simbolo centrale del Capodanno ebraico: non la mela o il miele, ma piuttosto lo shofar (il corno di montone). Il nome dello shofar deriva dalla stessa radice del verbo "piacere o essere piacevole" (lishpor) - piacere al Re e Maestro dell'Universo - e anche dal verbo "migliorare, correggere" (leshapper) e "correggere se stessi o migliorare se stessi" (lehishtapper). Questo è l'obiettivo del Capodanno ebraico. Tuttavia, la radice può anche essere collegata alla parola "bellezza" (shefer), quella del sesto giorno, quando Dio vide che tutto cio’ che aveva fatto "era molto buono" (Genesi 1,31). Lo shofar si suonava per chiamare il popolo alla battaglia (e qui si riferisce alla battaglia spirituale). Si suonava al momento dell'incoronazione dei re (e qui per il Re dei Re). E si suonera’ il Giorno del Giudizio "quando saranno aperti i libri" (cfr Daniele 7,10 e Apocalisse 20,12). Il suono dello shofar ci ricorda il giorno dell’alleanza sul Sinai, il giorno della risurrezione dei morti e il trionfo finale del Messia quando verrà nella gloria (Matteo 24,29-31, 1Corinzi 15,51-52, 1 Tessalonicesi 4,16-17, Apocalisse 11,15).

Per aiutarci Contattaci Vatican News in ebraico La Messa in ebraico Per la protezione dei bambini


© 2020 Saint James Vicariate for Hebrew Speaking Catholics in Israel