Ziv: Parashat Behukotai 2

Saro’ sempre in mezzo a voi

Questa settimana leggiamo l'ultima Parasha del libro del Levitico. Contiene benedizioni per coloro che osservano i comandamenti e terribili maledizioni per coloro che non lo fanno. In molte sinagoghe la lettura di questi brani e’ fatta sottovoce: poiche’ le parole hanno il potere di influenzare il mondo, è meglio non insistere troppo ... All'inizio della Parasha si legge: “Se osserverete i miei comandi" (26,3). Questo verbo dinamico si applica a tutti i comandamenti della legge ebraica, la Halakha. A differenza degli angeli che "stanno" davanti a Dio per servirlo, l’uomo cammina con lui. Ha la capacità di crescere, di evolversi, di pentirsi quando compie il male. E può sempre cambiare i suoi modi di fare. Questo camminare ricorda la vita nel deserto, tra la schiavitu’ in Egitto e l'arrivo nella terra promessa: si tratta di un processo per imparare a vivere in libertà. La legge è fonte di vita come si legge nei Salmi. Il monte Sinai fa da cornice alla fine di questo libro: appare all'inizio della parasha precedente, che viene spesso letta con questa (25,1), e alla fine dell’ultimo capitolo (27,34) , come un memoriale di tutto ciò che Mosè ha ricevuto e trasmesso al popolo di Israele. Questa montagna si trova nel mezzo del deserto, al di fuori della terra d'Israele, a significare che la vocazione di Israele è universale. Qui, il monte Sinai non è una posizione geografica. Cosi’ sta scritto all'inizio del Levitico: "Il Signore chiamò Mosè e dalla tenda del convegno gli disse ..." (Lv 1,1), e a cio’ fa seguito un elenco di diversi statuti e norme. Tutte le leggi del Levitico non sono forse state date al Sinai?

Infatti, ogni volta che un israelita ascolta la voce di Dio e si impegna a vivere secondo il suo comando, si può considerare sul monte Sinai.