Ziv: Parashat Kedoshim 2


Ogni settimana, Gad Barnea o Sr. Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro del Levitico 19,1-20,27 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Profeta Amos 9,7-15. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

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Amerai il tuo prossimo come te stesso

Secondo il commento dei sapienti (Hazal), la Parasha di questa settimana è il fondamento su cui si basa la maggior parte della legge. In essa troviamo uno dei comandamenti più noti di tutta la Scrittura: "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Levitico 19,18) - un versetto che rappresenta l’apice dei comandamenti e, a detta di molti, è il comandamento centrale. Al fine di raggiungere questo comandamento, la Parasha inizia con un'istruzione da parte di Dio a Mosè: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo" (Lv 19,2). Rashi commenta succintamente questo versetto: "[Questo] ci insegna che queste parole sono stato affermate nell’incontro [di tutta la comunità d'Israele radunata] perché la maggior parte degli insegnamenti fondamentali della Torah dipendono da esso". La spiegazione di Rashi solleva altre domande: tutti i comandamenti dati ai figli d'Israele sono stati, ovviamente, "dati a tutta la comunità di Israele" - perché, allora, Rashi ha dato a questo fatto un’enfasi particolare qui? La risposta, secondo il commento "Maor VaShemeh", è che la logica di "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo" è tutt'altro che scontata. La santità implica la separazione - Dio è davvero santo - Egli è il creatore ed è separato da questo mondo e al di sopra del mondo. Come dunque posso io essere santo? Devo forse separarmi dal mondo? Ma e' proprio per evitare questo errore che queste parole sono state dette a tutta la comunita’ come unità: "Voi [tutti, insieme] sarete santi ..." – Voi, la comunita’ come un unico corpo di Israele.

Questa logica viene presentata nei seguenti versetti: rispetto della madre e del padre – il primo "prossimo", l’osservanza del Sabato - il giorno del ritrovarsi insieme (Levitico 19,3), evitare l’idolatria in cui altre persone potrebbero inciampare (Levitico 19,4), il consumo di sacrifici che deve avvenire in modo molto breve - invitando altri al banchetto (Levitico 19,5-8). Durante la vendemmia, si lascino gli acini caduti per i più deboli della società (Levitico 19,9-10), la rettitudine morale verso il prossimo (Levitico 19,11-16) e non "[covare] nel tuo cuore odio contro il tuo fratello" (Levitico 19,17) - il tutto si conclude con la chiave della santità: amare il prossimo come se stessi. La santità di una persona dipende dalla santità del suo prossimo, e la santita’ si raggiunge con il prendersi cura gli uni degli altri e con la rettitudine della nostra vita secondo la volontà di Dio. Shabbat Shalom.

 

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