Domenica della SS. Trinità – Anno C


La Festa della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) ricorre la domenica dopo Pentecoste. In questa festa l’accento è posto sull’unità di Dio, dopo le principali feste del calendario cristiano.

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Nelle nostre comunità di lingua ebraica, questa festa è chiamata: la festa del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Dio è uno. La parola "Trinità" è un termine teologico complesso non sempre compreso anche tra i cristiani. Nelle nostre comunità, il nome di questa festa è lungo e complesso, e questo riflette lo sviluppo della fede in un Dio che ci viene rivelato in tre persone: come Padre, creatore del cielo e della terra, come Figlio risorto e come Spirito Santo. Inoltre, la lunghezza del nome della festa riflette anche la lunga storia d'amore di Dio con la persona umana.

Non c'è dubbio che è impossibile comprendere la festa senza ritornare ai lunghi capitoli della storia della salvezza - la storia di Dio con gli esseri umani dall'inizio della creazione alla fine del mondo - una storia raccontata nella Bibbia (le Scritture di Israele e il Nuovo Testamento). Dal punto di vista liturgico, la festa ricorre una
settimana dopo la Pentecoste e funge da sintesi dell'intero periodo che i
fedeli cristiani hanno vissuto dalla settimana santa (passione, morte e
risurrezione di Gesù Cristo) fino alla discesa dello Spirito Santo (Pentecoste). Pertanto, per entrare nello spirito della festa, dobbiamo ricordare sia la storia della salvezza che le grandi feste e il loro significato.

Le letture di quest'anno ci permettono di assaporare questa lunga storia. La prima lettura dei Proverbi (8, 22-31) descrive la Sapienza personificata che è con Dio sin dall'inizio del mondo per mezzo della quale tutto è creato. L'autore del testo vede questa figura come un mediatore tra Dio e la persona umana. Anche il Salmo (8) riflette sulla creazione e sulla relazione tra il Dio, creatore di tutte le cose, e la persona umana, elevata come corona della creazione. La seconda lettura (Romani 5, 1-5) si concentra sul ruolo di mediazione di Gesù Cristo.

La lettura del Vangelo (Giovanni 16, 12-15) racconta ciò che Gesù ha detto nell'ultima cena: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. Lo Spirito che abbiamo ricevuto a Pentecoste ci condurrà davvero sempre di più sulla via della verità.

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