Ziv: Parashat Tetsave 2


Ogni settimana, Gad Barnea o Sr. Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro dell’Esodo 27,20 – 30,10 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Profeta Ezechiele 43,10 - 27. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

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Sia la mia preghiera come incenso davanti a te

La Parasha della scorsa settimana ci ha introdotti nella seconda parte del libro dell'Esodo che si occupa interamente del santuario (e della sua antitesi, il vitello d'oro): la sua struttura, i suoi accessori e i sacerdoti che officiano nel santuario. Mentre la Parasha della scorsa settimana ha affrontato gli arredamenti del tabernacolo: l'arca, la lampada, il velo, ecc ., questa settimana l'attenzione è rivolta alla famiglia sacerdotale: Aronne ei suoi figli - i loro paramenti e i sette giorni di preparazione che devono precedere la loro consacrazione - chiamati i "sette giorni del compimento".

Tuttavia questa Parasha comprende dettagli che sembrano fuori luogo e che dovrebbero invece appartenere alla Parasha precedente. All'inizio della nostra Parasha si legge: "Tu ordinerai agli Israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada. Nella tenda del convegno, al di fuori del velo che sta davanti alla Testimonianza, Aronne e i suoi figli la prepareranno, perche’ dalla sera alla mattina essa sia davanti al Signore: rito perenne presso gli Israeliti di generazione in generazione” (Esodo 27,20-21). E alla fine della nostra Parasha, troviamo: "Farai poi un altare sul quale bruciare l'incenso" (Esodo 30:1a), seguito poi dalle istruzioni. Questi due elementi sono strettamente uniti nel testo. Per quanto riguarda l'altare dei profumi, Aronne "brucera’ su di esso l’incenso aromatico: lo brucera’ ogni mattina quando riordinera’ le lampade e lo brucera’ anche al tramonto, quando Aronne riempira’ le lampade: incenso perenne davanti al Signore per le vostre generazioni” (Esodo 30:7-8). Pertanto l'incenso e la luce della lampada sono intimamente connessi. L'incenso, una dolce fragranza che sale a Dio, simboleggia la preghiera personale del popolo di Israele cosi’ come dice il salmista: "Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera” (Sal 141:2), e allo stesso modo per quanto riguarda la lampada di Dio: "Lo spirito dell'uomo è una fiaccola del Signore" (Proverbi 20,27). Nel suo libro "Beni Issacar" (il figlio di Issacar), il rabbino Rabbi Tzvi Elimelech (Shapira) di Dinov commenta che al momento del peccato nel giardino tutti i sensi sono stati coinvolti ad eccezione del senso dell'olfatto e questo spiega il motivo per cui la fragranza dei nostri sacrifici è gradita a Dio - che ha infuso in noi lo spirito. Così le istruzioni che riguardano il servizio sacerdotale per il bene del popolo possono avere come obiettivo finale quello di mantenere lo spirito umano in un costante stato di preghiera in riparazione alla rottura tra l'uomo e Dio. Shabbat Shalom.

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