Ziv Parashat Toldot


Ogni settimana, Gad Barnea o Sr. Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propone una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro della Genesi 25,19 – 28,9 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Profeta Malachia 1,1 – 2,7. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

ziv hayei sarah

IIo sono per il mio diletto e il mio diletto e’ per me …

Questo brano ci racconta l’incontro di Isacco con Rebecca, da poco uscita dalla casa di suo padre, in compagnia del fedele Eliezer. Per la prima volta nella Bibbia troviamo il verbo “amare”, in ebraico “ehov”, usato nella relazione tra un uomo e una donna (Il termine appare in Genesi 22 , quando Dio comanda ad Abramo: “Prendi il tuo figlio, il tuo unico figlio che ami ...”. ma qui descrive l’amore di un padre per il figlio). Questa coppia sembra vivere un amore speciale – un esempio di realizzazione. I due dovranno passare attraverso difficolta’, ma il loro amore sara’ la loro forza: e’ detto che quando visitano Abimelech, Isacco dichiara che Rebecca e’ sua sorella, perche’ ha paura del re (e’ la stessa vicenda accaduta ad Abramo e Sara). Ma Abimelech li vede dalla sua finestra. Il testo dice che “Isacco” stava “scherzando” con sua moglie, in ebraico, “metsahek”, forma arcaica del nome “Isacco” (Genesi 26,7ss). Si puo’ leggere anche in questo modo: Abimelech ha visto Isacco “trovare se stesso” oppure realizzare se stesso in Rebecca ... Lei gli da una particolare sensazione di essere “presente a se stesso”, e questo e’ il segno del vero amore. Allo stesso modo, e’ nell’amore del Creatore che l’umanita’ puo’ trovare se stessa. L’alleanza e’ in primo luogo “per il popolo”, si tratta di una vocazione speciale, e una scelta particolare che permette, per esempio ad Abramo di lasciare il suo paese e la famiglia per andare verso l’ignoto.

Isacco e’ colui che eredita la promessa e la responsabilita’ di trasmetterla ai suoi discendenti. Ma sua moglie e’ sterile! Anche in questo caso, come lo era con Abramo, e’ in gioco la promessa. Ma Isacco non dubita, non cerca di trovare soluzioni umane, lui prega non per se stesso, ma per sua moglie in modo che lei gli possa partorire un figlio. E la sua preghiera viene esaudita (25,21).

Alla fine della loro vita, questa coppia si trova in una strana situazione: Isacco decide di dare la sua benedizione a Esau’ senza dirlo alla moglie. E dopo aver scoperto il complotto, Rebecca decide di imbrogliare il marito, in modo che fosse Giacobbe a ricevere la benedizione e non suo fratello. Lei non esita a mentire per raggiunggere il suo obiettivo. La tradizione viene a salvare la sua reputazione, dicendo che lei aveva uno spirito di profezia, e che sapeva che Giacobbe doveva ricevere la benedizione e non suo fratello. Tuttavia, Rebecca ha tradito Isacco ... ma il loro amore e’ cosi’ forte da superare anche questi tradimenti, e richiama la storia tormentata del patto divino, tante volte rotto e restaurato di nuovo. E questo e’ cio’ che si legge nel profeta Malachia, nella “haftara” che accompagna questo brano: “Io ti ho amato, dice il Signore”. Shabbat Shalom.

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