Festa di Sant’Andrea Kim Taegon e compagni – 20 Settembre


I primi cattolici della Corea hanno subito grandi persecuzioni e in questo modo piantato il seme di una Chiesa fiorente in Corea oggi.

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La festa dei martiri coreani ricorda generazioni di coreani che sono morti per la fede, la maggior parte dei quali laici. Il cristianesimo e’ giunto in Corea nel 1592 al tempo dell’invasione giapponese, quando alcuni coreani furono battezzati, probabilmente da soldati giapponesi cristiani. Ma la Corea rifiuto’ ogni contatto con il mondo esterno rendendo in questo modo molto difficile la diffusione del cristianesimo. Cio’ nonostante, la letteratura riusci’ a penetrare e quando un sacerdote cinese riusci’ a entrare di nascosto verso la fine del 18° secolo, trovo’ 4.000 cattolici, nessuno dei quali aveva mai visto un prete.

Andrea Kim Taegon e’ stato il primo sacerdote coreano che subi’ il martirio nel 1846, poco dopo la sua ordinazione sacerdotale. Era figlio di coreani convertiti e suo padre, Ignazio Kim, subi’ il martirio durante la persecuzione del 1839 e beatificato nel 1925.

Andrea, dopo aver ricevuto il battesimo all’eta’ di 15 anni, entro’ nel seminario a Macao, in Cina. Dopo sei anni riusci’ a ritornare in Corea. Lo stesso anno attraverso’ il Mar Giallo per andare a Shangai dove fu ordinato sacerdote. Ritornato a casa, venne arrestato, torturato e infine decapitato.

Paolo Chong Hasang era un apostolo laico coreano, sposato, che fu martirizzato all’eta’ di 45 anni.

Quando Papa Giovanni Paolo II visito’ la Corea nel 1984, oltre a Andrea e a Paolo, canonizzo’ altri 98 coreani e tre missionari francesi che subirono il martirio tra il 1839 e il 1867. Tra loro c’erano anche vescovi e sacerdoti, ma per la maggior parte erano laici: 47 donne e 45 uomini.

 

 

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