Membro Israeliano della Knesset scrive su Papa Francesco


Nitzan Horowitz, Membro della Knesset per il Partito Merets, ha pubblicato un articolo su Papa Francesco sul quotidiano Haaretz, il 14 Luglio 2015.

Per leggere l’articolo sul sito Haaretz clicca qui

Riuscira’ Papa Francesco a trasformare la Chiesa Cattolica in un movimento per la giustizia sociale?

Sembra incredibile, ma un sacerdote gesuita e’ l’oratore piu’ fluente e appassionato del mondo sui legami tra la poverta’ e l’ingiustizia ambientale e distributiva.

Se vuoi far parte del volo piu’ popolare del mondo devi salire a bordo di un aereo Alitalia. Un aereo piuttosto normale. Non c’e’ un bar e nemmeno un letto matrimoniale. Chiunque sogni di essere coccolato mentre e’ in volo, farebbe meglio a rimanere a terra. Ma il volo e’ affascinante grazie ad un passeggero argentino: Jorge Bergoglio, alias Papa Francesco.

I cattolici non devono moltiplicarsi come conigli, ha detto Papa Francesco mentre era in volo da Manila, quando si discuteva sul controllo delle nascite. Abbiamo trasformato il mondo in un grande bidone della spazzatura, ha affermato mentre era in volo verso Seoul. “E chi sono io per giudicarlo?”, si chiese in volo dal Brasile in riferimento ad un prete gay. E a queste affermazioni i corrispondenti del Vaticano rimasero a bocca aperta. In passato, quando questi erano temi esplosivi per la Chiesa, dichiarazioni piu’ moderate di quelle avrebbero portato a spargimento di sangue.

Oltre al contenuto e’ la discussione ad essere sensazionale. Molti di questi corrispondenti hanno seguito il Papa per anni e non sono mai stati in grado di porgli una domanda: una situazione inconcepibile per i corrispondenti della Casa Bianca o i corrispondenti politici israeliani. Di conseguenza, i lettori e gli spettatori non hanno mai sentito un discorso diretto dai capi di oltre un miliardo di fedeli.

L’aereo decolla la mattina presto. L’atmosfera e’ rilassata. Calcio e Islam. Aborti e riscaldamento globale. Quest’uomo e’ interessato a qualsiasi argomento. Le quotazioni salgono come fulmini. E’ riuscito anche a penetrare la sigillata arena pubblica israeliana auto-ossessionata.

Non fa errori. E’ un chierico conservatore: contro gli aborti, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’eutanasia. Ma apre le porte con la consapevolezza che cio’ che entra attraverso queste porte rischia di essere in contrasto con i dogmi oppressivi che i suoi predecessori hanno difeso con le unghie e i denti.
E allora, cosa vuole? Vuole essere rilevante. Capisce, cosi’ come capisce un numero sempre piu’ crescente di politici americani, che il vecchio cavallo di battaglia dei “valori della famiglia” e’ stato sconfitto dal zeitgeist. Ottiene rilevanza sostenendo il progresso socio-ambientale. Questo e’ il messaggio del primo Papa sudamericano.

Non sono i ricchi che devono governare il mondo, ha dichiarato. Ne aveva gia’ parlato Gesu’. Ma Francesco non ha a che fare con un certo stile della carita’ religiosa che getta le briciole ai poveri aumentando in questo modo il disagio. Sembra che lui abbia un concetto di giustizia sociale piuttosto organizzata. E questa e’ una grande differenza.

Naturalmente ci si puo’ chiedere se un istituto religioso puo’ eventualmente promuovere la giustizia sociale, perche’ qui c’e’ una contraddizione interna. Ma per il momento questo sta avendo i suoi effetti.

In realta’ non vi e’ oggi un leader mondiale portavoce di questo grande messaggio. Obama, Merkel, Putin, Xi Jinping e David Cameron, sono tutti lobbisti di grandi capitali e i principali inquinatori. E a volte loro stessi sono il problema. E’ incredibile ma un sacerdote gesuita e’ oggi il personaggio piu’ fluente e appassionato del mondo che parla sul tema del legame tra poverta’ e ingiustizia ambientale e distributiva. Il suo primo passo – la scelta del nome – e’ gia’ stato rivoluzionario. E’ il primo papa a scegliere il nome di Francesco d’Assisi, che ha dedicato la sua vita lottando contro la poverta’ e insegnando ad amare la natura.

Papa Francesco e’ da poco ritornato dal suo continente. Anche se non simpatizza per la teologia della liberazione dei preti di sinistra del Sud America, scaltramente attacca il neoliberalismo e le istituzioni finanziarie globali. Le risorse naturali sono di tutti, ha dichiarato in Ecuador, come se stesse prendendo parte ad una dimostrazione di gas israeliano. E tra un selfie e l’altro lancia una nuova proposta: chiunque si vanta della sua ricchezza che causa privazione ad altri dovrebbe pagare un “mutuo sociale”.

Se continua cosi’ e’ molto probabile che portera’ ad un cambiamento storico nella Chiesa, e forse anche nel ruolo sociale della religione. Riuscira’ a cambiarlo da un modo conservativo di governare, che santifica l’ordine esistente per il bene dei pochi che ne beneficiano, in un movimento che promuove principi di interessi di parte? Sara’ interessante vedere dove riuscira’ ad arrivare.

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