Ziv: Parashat Korah


Ogni settimana, Gad Barnea o Suor Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) ci propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro dei Numeri 16,1 – 18,32 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Primo Libro di Samuele 11,14 – 12,22. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

ziv korahContinuiamo la lettura del “libro delle catastrofi”, il Libro dei Numeri, che descrive la traversata dei figli di Israele nel deserto. Il deserto, dove i figli di Israele sono venuti a sapere che vi rimarranno per 40 anni a causa del peccato delle spie, e’ una vera e propria fucina per apprendere la liberta’ della vita che si riceve nel seguire un Dio Santo. E’ un tempo di purificazione in cui l’oscurita’ del cuore viene illuminata al fine di essere rivelata.

In questo passo si legge la rivolta di Core, un levita, accompagnato da Datan e Abiram, della tribu’ di Ruben. Core viene per incontrare Mose’ e per rimproverarlo di aver scelto Aronne come Cohen – sommo sacerdote – e non l’intera tribu’ di Levi a cui appartengono. Come osserva Rashi, Core usa un argomento piuttosto fallace: “Tutta la comunita’, tutti sono santi e il Signore e’ in mezzo a loro” (Numeri 16,3). No, non sono santi, ma tutti sono chiamati alla santita’. Un altro commento piu’ recente sottolinea il fatto che la santita’ e’ sempre proiettata nel futuro, nel divenire. Il peccato di Core e’ quello di voler fermarsi a meta’ strada, se si considera che l’obiettivo e’ gia’ stato raggiunto.

L’atteggiamento dei due fratelli e’ piuttosto violento. E per la prima volta, non solo Mose’ non intercede perche’ siano perdonati come aveva fatto per esempio nel caso del vitello d’oro, ma in realta’ chiede la loro morte attraverso un intervento divino speciale (Numeri 16,30). E questo perche’ il conflitto e’ particolarmente grave. Infatti, Core, vantando il diritto al Sommo Sacerdozio, questiona la vericita’ della rivelazione divina data a Mose’: la Torah. Contesta l’elezione di Aronne e dei suoi figli, e infine ... l’elezione di Israele, che lui considera come un potere, una superiorita’, mentre in realta’ e’ servizio e dovere. Israele e’ eletto per servire Dio e per essere testimone fra le nazioni. I doni che ha ricevuto sono per questa particolare missione. Purtroppo, tutta la storia, fino ai tempi piu’ recenti, dimostra quanto sia difficile accettare che uno sia eletto per la salvezza di tutti.

L’elezione, quando fraintesa, porta facilmente all’odio e alla gelosia. Tuttavia, dall’inizio della creazione Dio mostra che Egli agisce separando, mettendo da parte, dando ad ognuno, ad ogni popolo, ogni essere umano, la sua propria vocazione in vista del bene di tutti.

E’ quindi necessario che Dio stesso si manifesti per mostrare al popolo ebraico l’autenticita’ della missione di Mose’. Fa germogliare il bastone di Aronne con fiori e frutti perche’ la Parola di Dio e’ viva ed eterna. Sahbbat Shalom.

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