Ziv: Parashat Nasso


Ogni settimana, Gad Barnea o Suor Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) ci propongono una riflessione su un brano del Pentateuco che viene letto nella sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il brano e’ tolto dal Libro dei Numeri 4,21 – 7,89 con l’haftarah (lettura aggiunta) dal Libro dei Giudici 13,2 – 25. La loro riflessione e’ chiamata “ziv” – raggio di luce.

ziv nassoIl passato dei capi …

“I capi di Israele, capi dei loro casati paterni, che erano capitribu’ e avevano presieduto al censimento, presentarono una offerta” (Numeri 7,2). Da dove vengono questi capi? I Saggi di Israele li considerarono come capi del popolo ebraico responsabili di sorvegliare il popolo durante la schiavitu’ in Egitto. Erano i capi che sono stati severamente puniti quando non c’erano abbastanza mattoni, come si legge nell’Esodo: “Bastonarono gli scribi degli Isareliti, quelli che i sorveglianti del Faraone avevano costituiti loro capi” (Esodo 5,14). Il Midrash racconta che quando i figli di Israele non producevano la quantia’ di mattoni necessaria, che capitava spesso in quanto il lavoro era molto duro, i capi rifutavano di denunciarli, accettando di essere puniti al loro posto. Molte generazioni dopo, i discendenti di questi capi ricevono l’onore di essere i primi ad offrire il loro sacrificio nel santuario da poco consacrato. Una buona azione ma che non produce frutti anche nelle generazioni successive. Lo stesso tema appare nella storia di Giacobbe quando, di nuovo in Canaan, si prepara ad affrontare la rabbia di suo fratello Esau’ (Genesi 33). Quest’ultimo arriva con un esercito di quattrocento uomini ... ma alla fine decide di fare pace con suo fratello e torna indietro: “Cosi’ in quel giorno stesso Esau’ ritorno’ sul suo cammino verso Seir” (Genesi 33,16). Rashi spiega che Esau’ ritorno’ da solo perche’ i quattrocento uomini erano fuggiti uno ad uno per evitare di combattere contro Giacobbe, costringendo Esau’ a fare pace con lui. Rashi si domando’: “Dov’e’ la ricompensa di questi uomini?”. Al tempo di Davide, quando va in guerra contro gli Amaleciti: “Davide li batte’ dalle prime luci dell’alba fino alla sera del giorno dopo e non sfuggi’ alcuno di essi, se non quattrocento giovani, che montarono sui cammelli e fuggirono” (1 Samuele 30,17). Questi erano i discendenti degli uomini di Esau’.

E poiche’ il mondo non e’ “bianco e nero”, i capi di Israele sono ben lungi da essere perfetti. Questi capi erano infatti gli ultimi a offrire un contributo per la costruzione del santuario nel deserto (Esodo 35,27). Erano arrabbiati per il fatto che non erano stati nominati indipendentemente dalle persone e dissero: “Lasciamoli che portino il loro contributo, noi daremo quello che manca. Cerchiamo di non mescolarci con loro”. Ma la gente si era mostrata cosi’ generosa (Esodo 36,7) che, alla fine, non c’era piu’ nulla da offrire se non pietre di onice per la veste del sommo sacerdote (Esodo 35,27). Disprezzarono il popolo pensando che non avrebbero mai potuto portare a sufficienza ... e per questo gli furono negati gli onori della leadership (comando): la parola “leader” ha perso una lettera in questo racconto, la lettera “yod” ... Shabbat Shalom.

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