Ziv: Parashat Terumah


Ogni settimana, Gad Barnea or Suor Agnese della Croce (della Comunita’ delle Beatitudini) propone una riflessione sul testo del Pentateuco che si legge nella Sinagoga (parashat hashavua). Questa settimana il testo e’ preso dal libro dell’Esodo 25,1-27,19 con la haftarah (lettura aggiunta) dal 1 Libro dei Re 5,26-6,13. La riflessione e’ chiamata “ziv”, un raggio di luce.

ziv truma

Sarai un candelabro d’oro puro

Gli ultimi capitoli del libro dei nomi (Shemot – Esodo) affrontano la costruzione della tenda nel deserto, con l’eccezione della storia del vitello d’oro che si trova al centro di questi racconti. La fabbricazione di questo idolo e’ infatti l’esatto opposto dei lavori di costruzione della tenda. Il vitello proviene da un popolo di non credenti che non vogliono aspettare Mose’, e che hanno preso questa iniziativa senza consultare alcuno. La tenda e’ costruita per ordine di Dio per riparare l’arca che contiene le tavole dell’alleanza, di cui il primo comandamento vieta di avere alcun altro dio se non il Signore. Dall’esterno si vede solo il legno, materia vivente in grado di crescere. Secondo la cronaca, il vitello non e’ fatto di oro puro, ma di un materiale opaco e grezzo che ritiene la luce impedendole di brillare. L’interno dell’arca, non visibile, e’ lastricato di oro puro e cio’ ha portato a dire che un uomo saggio dovrebbe comportarsi nello stesso modo in pubblico come in privato.

Il midrash mostra l’analogia di questa costruzione con il corpo umano: oro per l’anima, argento per il corpo, ottone per la voce, blu per le vene, rosso per il sangue ... E’ stato anche dimostrato che la tenda e’ una replica del lavoro della creazione che ha l’oro per il sole, il blu per il mare, ecc. L’intera creazione e’ dunque una tenda, come il corpo umano, creato a immagine di Dio.

Al centro della tenda si trova l’albero della vita della Menora, dal quale la luce emana continuamente. Questo albero di luce evoca la Torah, che e’ anche paragonata ad un albero che dà i suoi frutti ad ogni stagione e ogni giorno: sulla Menora di sette braccia si trovano foglie e anche fiori, germogli e frutti ... questo albero e’ un mandorlo, il primo albero a germogliare alla fine dell’inverno.

I saggi hanno calcolato che l’ordine di costruire la tenda fu dato il 10 di Tishrei, cioe’ il giorno di Yom Kippur, giorno in cui tutti i peccati del popolo sono perdonati. Un’altra tradizione spiega che, come e’ scritto nella Torah, “non c’e’ ne’ prima ne’ dopo”, questo ordine fu dato proprio il giorno in cui e’ stato costruito il vitello d’oro. Il Rabbino Levi Yitzchak di Berditchev spiega che questa parasha inizia con “Parla ai figli di Israele”. Dio ha dato a Mose’ questo comando perche’ quando ha visto il vitello si e’ arrabbiato a tal punto da non voler piu’ parlare con loro ... La tenda testimonia quindi la presenza fedele di Dio tra il suo popolo, qualunque siano le circostanze: e’ sempre possibile ritornare a lui attraverso il pentimento. Come e’ stato detto: “Fatemi un santuario cosi’ che io possa abitare in mezzo a loro”. Shabbat Shalom.

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