Yom Kippur con il gruppo giovani Fiore del deserto


Kirill del gruppo giovani Fiore del deserto racconta dello Yom Kippur trascorso dai membri del gruppo nel villaggio di Isfiyah.

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Yom Kippur, la realtà della vita nel mezzo del popolo ebraico, ci ha dato la stupenda opportunità di fermarci e consacrare un intero giorno alla preghiera, senza che i rumori quotidiani si introducano ed interferiscano con la voce di Dio. Ovviamente se uno cerca un po' di silenzio può andare nel deserto od entrare nella foresta locale e trascorrere una notte nelle braccia della natura. Ma lo Yom Kippur ci da la possibilità del silenzio e della preghiera come comunità. Ovviamente ci sono alcuni che scelgono di utilizzare questo tempo per altre attività: dubito che esista un'esperienza che somigli a scendere la strada 1 da Gerusalemme a Tel Aviv in bicicletta, più veloce di molte macchine. O a pedalare per via Menachem Begin ed ammirare i grattacieli che caratterizzano lo skyline di Tel Aviv. Per i giovani di "Fiore del deserto", come gli scorsi anni, c'è la possibilità di scegliere un'esperienza diversa rispetto a rimanere a casa o passeggiare nei dintorni. Questo è il terzo anno di fila che i nostri giovani usano la meravigliosa occasione dello Yom Kippur e la investono in un incontro speciale, caratterizzato da preghiera e tranquillità, ricerca interiore e stare insieme, attività che solidificano il gruppo ed aiutano a sviluppare la capacità di ascoltare la Parola di Dio e quella dei nostri amici e fratelli.

Quest'anno i giovani di "Fiore del deserto" hanno trascorso lo Yom Kippur in una casa di riposo nel villaggio di Isfiya, vicino a Haifa. Una parte dell'edificio è stata data loro da Viviani, della comunità Shalom, che prega alla comunità di Haifa. Il luogo è magico, con una magnifica vista sulle Montagne del Carmelo, le Kravot (i dintorni a nord di Haifa) e fino ad Acco. La casa ospita nove residenti che hanno raggiunto secondo le leggi della natura umana la terza età e cinque membri della comunità Shalom, che si occupano di loro con grande devozione. La maggior parte dei residenti sono greco-cattolici e per questo la piccola cappella è differente da quelle cui la maggior parte dei giovani sono abituati. Padre Roman prima della Messa ha preso il tempo di spiegare le differenze ed il loro significato ai giovani.

I giovani hanno partecipato a due principali attività con un messaggio spirituale. Una basata su una storia di due giare di uno scrittore e sacerdote italiano, Bruno Ferrero (si può leggere la storia qui). L'altra attività è stata scambiarsi ciò che c'è nel cuore di ciascuno in questo periodo, riguardo l'anno passato, riguardo il futuro, le paure, le attese e tutto ciò che c'è in testa. In entrambe le attività molti hanno espresso se stessi apertamente ed onestamente ed hanno pregato spontaneamente. Lo spirito di unità nella preghiera era palpabile, ed era nei canti e nell'atmosfera generale. Eravamo insieme come una famiglia. Oltre alle attività, i giovani hanno trascorso il tempo in attività diverse. Giochi, sonno, preghiera personale, e semplicemente tempo di qualità insieme, che aiuta a formare il gruppo ed a rafforzare l'esperienza di tempo libero, uscendo dalla routine ed usando al meglio il tempo che lo Yom Kippur ci concede.

Ma lo spirito di gioventù ha la sua via e non possiamo sedere in casa tutto il tempo. Per questo un gruppo è uscito a visitare il villaggio nella mattina dopo un incontro con i residenti della casa. Si è trattato di un ncontro molto commovente, con i giovani che hanno cantato e danzato con gli anziani e portato nelle loro vite una luce diversa, una luce giovane. Durante la passeggiata nel paese i giovani hanno avuto un'impressione dell'atmosfera del villaggio dove drusi, cristiani, mussulmani ed alcuni ebrei vivono insieme. Questo è un altro esempio di essere insieme sotto il cielo aperto come un'unica grande famiglia.

In breve, si può dire che i giovani sono sempre felici di essere insieme e di trascorrere del tempo di qualità gli uni con gli altri. Abbiamo imparato che la nostra unità non è solo nella liturgia domenicale, ma anche oltre essa. La vera comunità di Dio è dove ogni membro percepisce l'amore e la cura per l'altro. Accettare l'altro per come egli è, senza criticare, senza cercare di cambiarlo contro la sua volontà, questo è comunità. Ed oltre a ciò i nostri giovani hanno imparato ad ascoltare la Parola di Dio attraverso gli altri, attraverso l'ambiente ed imparano a conoscere il frutto dell'azione di Dio ed iniziano ad apprezzarlo!

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