Suor Azezet ha vinto un premio in Italia


Suor Azezet Habtezghi, delle Suore Comboniane, ha vinto un premio italiano per il suo lavoro con i richiedenti asilo africani in Israele.

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Suor Azezet, essa stessa dell’Eritrea, vive a Gerusalemme e consacra il corso del giorno e della notte al lavoro con i richiedenti asilo dall’Africa che giungono in Israele. Questa popolazione è in maggioranza dall’Eritrea e dal Sudan. Suor Azazet lavora in stretta collaborazione con le organizzazioni di aiuto umanitario in Israele e viaggia diverse volte alla settimana nelle cliniche dei Medici per i diritti umani a Giaffa, che lavorano principalmente con gli africani.

Recentemente, la stampa ha descritto l’orripilante percorso dei richiedenti asilo per raggiungere Israele. Gruppi di criminali nel Sinai rapiscono gruppi di africani, rilasciandone alcuni al confine con Israele e trattenendo gli altri in ostaggio fino a che non viene pagato un riscatto da coloro che sono entrati in Israele ed hanno trovato lavoro. Gli ostaggi sono spesso torturati dai loro sequestratori e le donne, violentate, arrivano incinte in Israele. Resoconti recenti hanno descritto un traffico di organi ad opera di alcuni di questi criminali nel Sinai. Suor Azezet svolge un ruolo importante nella scoperta di tali crimini.

Suor Azezet è stata invitata in Italia per ricevere un premio per la sua opera tra gli Africani in Israele. Il premio le è stato consegnato in una cerimonia che include altri premi per donne coraggiose che lavorano per cambiare il mondo, organizzato sotto il titolo: “Donna dell’anno”. Il premio “soroptimist” le è stato consegnato con la motivazione: “La sua vita è andata oltre la sua missione e la sua vocazione di suora per diventare una epopea di coraggio in mezzo a scenari di guerra e di devastazione. Ora i migliaia di profughi disperati che giungono dall'Eritrea, dall'Etiopia, dal Sudan e dalla Somalia trovano in lei ascolto e aiuto ma soprattutto la voce che denuncia al mondo le torture e i soprusi subiti nel deserto del Sinai da parte dei trafficanti di esseri umani”.

Suor Azezet ha risposto: “Ora che conosciamo, non possiamo tacere”.

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