Il Papa incoraggia il dialogo ebraico-cristiano

Ieri, Benedetto XVI ha ricevuto in udienza una delegazione di circa venti persone, membri del B'nai B'rith International (Figli dell'Alleanza), la più antica organizzazione comunitaria ebraica. Il papa aveva già ricevuto una delegazione cinque anni fa. Nel suo discorso (leggi qui in inglese), il Santo Padre ha ricordato i due recenti incontri sulle relazioni giudeo-cristiane a cui ha anche partecipato il Patriarca latino di Gerusalemme. Questa è stata l'occasione per il Santo Padre per fare un bilancio.

Il primo incontro si è svolto dal 27 febbraio al 2 marzo a Parigi. Vi hanno partecipato il Comitato di collegamento ebraico-cattolico che commemorava i 40 anni di dialogo tra la Santa Sede e il Comitato Ebraico Internazionale per le consultazioni interreligiose (IJCIC). «Quello che è successo in questi quaranta anni deve essere considerato come un grande dono del Signore», ha ricordato ieri Benedetto XVI. Per lui «Ci sono molti modi attraverso cui ebrei e cristiani possono cooperare per il miglioramento del mondo”, in conformità con la volontà di Dio “per il bene dell’umanità”». Soprattutto tutto ciò che riguarda «le opere concrete di carità e di servizio ai poveri e ai bisognosi». Ed ha concluso questo primo punto «ma una delle cose più importanti che ebrei e cristiani possono fare insieme è quella di portare “la comune testimonianza della fede profondamente radicata” nel fatto che ogni uomo e ogni donna sono stati creati ad immagine di Dio (Cf. Gen 1, 26-27) e così hanno “una dignità inviolabile”».

Il Santo Padre ha ricordato anche l’incontro, tenutosi dal 29 al 31 marzo a Gerusalemme, tra delegazioni del Gran Rabbinato di Israele e la Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, qui l’accento è stato posto sulla necessità di “promuovere un’accurata comprensione del ruolo della religione nella vita delle nostre società di oggi” capace di correggere una visione “puramente orizzontale”, e di conseguenza incompiuta, “della persona umana e della convivenza sociale”.