Foto dei bambini migranti esposte nella Knesset


Il 22 Novembre 2016, il giornale israeliano YNET ha riportato che una mostra fotografica intitolata “Sognando di vivere senza stigme” e’ stata esposta nella Knesset.

exhibition migrant kids

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Gli studenti della scuola superiore, i cui genitori provengono da 51 paesi diversi, hanno dipinto i loro volti e sono stati poi fotografati per un progetto particolare, "Risonanze di identita’" (un gioco di parole poiche’ la parola risonanze rima con la parola "documenti", facendo riferimento ai documenti di identità che questi bambini non hanno). Questa mostra verra’ esposta anche presso la Commissione per i Diritti del Fanciullo. "Sogno di essere felice, senza razzismo, e di sapere che qui sono voluto", cosi’ ha detto uno degli studenti. Mentre gli ideatori del progetto si sono cosi’ espressi: "Nella nostra societa’ i bambini sono trasparenti e non fanno problemi sul colore della loro pelle".

"Sogno di essere felice, di crescere una famiglia, godendo di ogni momento e, naturalmente, di vivere una vita senza razzismo, umiliazioni o stigme con la consapevolezza che qui sono accettato". Questo è ciò che ha scritto Joanna Rose Igoman (16), figlia di immigrati arrivati dalla Giamaica e Filippine. Joanna frequenta l’11^ classe in Bialik Rogozin, una scuola a sud di Tel Aviv.

Le parole di Igoman fanno parte della didascalia sotto la sua foto, esposta nella mostra "Risonanze di identità" che è stata promossa dagli studenti della scuola. La mostra sara’ esposta dalla Commissione per i Diritti del Fanciullo nella Knesset in occasione della Giornata Internazionale del Fanciullo.

I bambini della scuola, situata a sud di Tel Aviv, sono per lo più figli di cittadini stranieri che sono venuti da 51 paesi diversi. I bambini sono stati fotografati per la mostra dopo aver dipinto i loro volti con colori mescolati scelti dai bambini per evidenziare il colore della loro pelle cosi’ come e’ vista da loro.

Un altro studente che ha partecipato alla mostra è Golan Sing, di 16 anni, anche lui della classe 11^. "Sogno di lavorare in futuro nel campo del design perché mi piace molto il lavoro creativo. Voglio davvero che i miei genitori siano orgogliosi di me e che sappiano che anch’io ho la possibilità di avere successo in questo paese", ha scritto Sing, che è nato in Israele da lavoratori migranti venuti qui dall’India nel 1996. “I miei genitori sono venuti qui, si sono sposati e qui io sono nato", ha spiegato Sing. "I miei genitori hanno pensato che in questo paese io posso avere una vita migliore".

In un annuncio pubblicato dagli ideatori del progetto, Adam Gilboa, architetto e insegnante della scuola, e Yael Gavrieli, artista e fotografo, è stato spiegato che la mostra "cerca di puntare alla percezione individuale che una persona ha di se stessa e quanto gli studenti sono trasparenti nella società israeliana circa il colore della loro pelle". C’era anche scritto che "il progetto cerca di tracciare il processo attraverso il quale una persona si forma la sua auto percezione in similitudine ad un pittore che posa strati di pittura, uno sopra l'altro, con l'obiettivo di arrivare ad una espressione finale e precisa. "Risonanze di identità" è un tentativo di riflettere sui processi di sviluppo dell’identità tra i figli dei lavoratori migranti e dei richiedenti asilo".

Secondo i dati della Popolazione e Migrazione, in Israele oggi ci sono 174 mila lavoratori migranti, compresi quelli che risiedono legalmente e quelli illegali. Inoltre, ci sono circa 91 mila turisti che sono rimasti nel paese dopo che i loro visti sono scaduti e quindi anche loro sono tra i residenti illegali. Ad essi si aggiungono circa 45 mila richiedenti asilo che lo Stato non può espellere a causa delle norme del diritto internazionale.

Secondo le stime, in Israele oggi ci sono migliaia di bambini stranieri il cui status è irregolare. In molti casi, questi bambini soffrono in un contesto in cui le condizioni sono terribili nelle loro case o nelle strutture in cui sono curati e non hanno dirtto all’assistenza sanitaria e sociale.

"Un bambino è un bambino, per questo abbiamo scelto di dare un posto speciale in questa mostra ai figli dei migranti della scuola Bailik Rogozin di Tel Aviv", cosi’ ha detto alla YNET il Presidente del Comitato per i Diritti dei Fanciulli alla Knesset, Dr. Yifat Shasha Bitto, tra i promotori della mostra.

"Durante i viaggi della Commissione, ho visitato gli asili nido a sud di Tel Aviv e ho visto il disagio e le condizioni disumane in cui vivono i bambini. C'è un orizzonte a questa realtà, ma la sfida è quella di vedere che questo orizzonte non è temporaneo ma piuttosto una parte del processo che consentirà a questi bambini di vivere in una realtà più sana di quella che conoscono al momento”.

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