Giovedi’ Santo: il Papa lava i piedi ai rifugiati


Il 24 Marzo 2016, Giovedi’ Santo, il Papa si inginocchia per lavare i piedi a un gruppo di profughi. Nessuno sembra preoccuparsi della differenza delle loro religioni.

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Tra loro ci sono cattolici, ma anche musulmani e un indiano di religione indù. Si inginocchia davanti al loro dolore, all’umiliazione e alla paura di essere espulsi dall'Europa. Come è consuetudine ogni Giovedi’ Santo, il Papa ha ripetuto il gesto simbolico di Gesù agli apostoli. Ha ricordato che quasi allo stesso tempo, Giuda stava vendendo Gesù per 30 monete.

“Oggi ci sono due gesti: il primo è questo: tutti noi, insieme, musulmani, indù, cattolici, copti, evangelici ... ma fratelli, figli dello stesso Dio, che vogliamo vivere in pace, integrati.”

Papa Francesco paragona gli atti degli attacchi terroristici di Bruxelles a Giuda, e chiama all’attenzione i responsabili della strage.

“L’altro gesto è quello di tre giorni fa: un gesto di guerra, di distruzione in una città dell’Europa, di gente che non vuole vivere in pace. Ma dietro a quel gesto, come dietro a Giuda, c’erano altri. Dietro a Giuda c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato. Dietro a quel gesto di tre giorni fa in quella capitale europea, ci sono i fabbricanti, i trafficanti di armi che vogliono il sangue, non la pace; che vogliono la guerra, non la fratellanza”.

Il Papa ha particolarmente voluto celebrare la Messa più importante dell'anno in questo centro per i richiedenti asilo, in un momento in cui l'Europa li sta espellendo dal continente.

“Siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace”. E questo è il gesto che io faccio con voi”.

Alla cerimonia erano presenti circa 900 persone, la maggior parte di loro migranti e rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo in piccole imbarcazioni alla ricerca di una vita migliore. La maggior parte sono musulmani, ma il Papa non ha chiesto di che religione fossero. Ha chiesto loro di pregare perche’ questa fratellanza contagi il mondo e di far vedere che e’ bello vivere insieme come fratelli. È stata una visita molto simbolica ricca di gesti.

A conclusione della cerimonia, il Papa si è fermato a salutare uno per uno circa un migliaio di persone. Un gesto che forse nessuno ha mai avuto con loro da quando hanno lasciato le loro case.

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