Visita a Holot


Lunedi’, 18 Gennaio 2016, una delegazione di circa venti membri del Coordinamento per la Pastorale tra i Migranti (CPAM) ha visitato i richiedenti asilo che sono detenuti nella struttura di Holot nel Negev.

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Il CPAM ha visitato i cattolici detenuti in Holot per gli auguri di Buon Natale e Buon Anno. La visita è stata programmata proprio il giorno dopo la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. La delegazione era composta da sacerdoti, suore e laici provenienti da Gerusalemme, Tel Aviv e Beer Sheba, che lavorano con i migranti.

La delegazione e’ arrivata a Holot dopo le 9.00 del mattino, mentre infuriava una tempesta di polvere. Mikele, uno dei leader della comunità di rito Geez a Jaffa, stava aspettando i membri della delegazione conducendoli poi verso una tenda, poco distante dalla struttura di Holot, dove decine di detenuti erano in attesa. La maggior parte dei detenuti cattolici, circa una sessantina, sono eritrei, ma ci sono anche alcuni sudanese. Al gruppo si sono aggiunti anche alcuni eritrei ortodossi e sudanesi musulmani.

Durante le tre ore trascorse con il gruppo di giovani uomini provenienti dall'Eritrea e dal Sudan, abbiamo ascoltato come questi detenuti trascorrono le loro giornate a Holot. I giovani, con determinazione e fede, hanno raccontato le tragiche circostanze della loro detenzione. Tutti si trovano in Israele da diversi anni, parlano ebraico, avevano anche trovato lavoro e stavano cercando anche una migliore sistemazione di vita quando sono stati arrestati ed esiliati in questo luogo desolato in mezzo al nulla. Sono circa 47.000 i rifugiati che Israele si rifiuta di riconoscere come tali continuando a fare pressione affinche’ lascino il paese.

Dopo aver ascoltato e fatto domande ai detenuti, il gruppo eritreo ha pregato e cantato, guidato da Mikele e da Padre Medhin, il cappellano dei cattolici di rito Geez in Israele. Padre David, coordinatore della pastorale della Chiesa per i migranti, ha dato una breve presentazione sull'Anno della Misericordia in inglese con brevi riassunti in ebraico e in arabo, mentre Suor Azezet traduceva in tigrino. Altri membri della delegazione hanno convenuto messaggi di incoraggiamento.

La visita è stata un momento emozionante per la Chiesa, solidale con i suoi figli che sono esclusi ed emarginati, e prega affinche’a questi suoi figli possa presto essere ridata una vita dignitosa.

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